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LE TESSERE ED IL MOSAICO : Lettera aperta a Don Tonino Bello. Una graziosa forma di riflessione di Don Salvatore Callari

Don Giuseppe Callari

Tra le molte espressioni di Papa Francesco , di grande effetto e di piacevole gradimento ce n’è una che ha avuto più diffusione e che ha incontrato tanto interesse specialmente tra la gente . Dice Papa Francesco : “Il sacerdote deve avere addosso l’odore delle pecore” Quale è il significato lo sappiamo.

Ho avuto tra le mani, da tempo, un suo libro con sottotitolo “ lettere di un vescovo” da cui prendo le mosse, “ lettera ad vescovo “ in modo confidenziale .

“Rev.ma Eccellenza, e Carissimo amico don Tonino mi introduco scherzosamente con un detto latino che tu comprenderai certamente e tanti altri invece no. “ Quae sunt eadem uni tertio sunt eadem inter se “( Per gli altri : se due cose sono uguali ad una terza cosa le due sono uguali tra di loro. E allora : Tu sei amico di Bernardo, io sono amico di Bernardo quindi vuol dire che noi siamo amici. E’ una larva di sillogismo, non corretto, scusami. Lui mi parlava spesso di te, suo compagno di studi e a me suo confratello nel sacerdozio. Non ho molte occasioni, anzi nessuna, di conversare con i confratelli di problemi di vita ecclesiale. Ora lo faccio con te perchè sai ascoltare e ne hai il tempo . Stando a quello che dice , diffusamente la gente, e non solo, c’è molto, nella nostra chiesa che lascia insoddisfatti e perplessi e talora, anche di peggio, scandalizzati. Noi insegniamo ai fedeli che la “chiesa” siamo tutti, gerarchia e fedeli. E perché non si respira aria di famiglia , di comunione vissuta, di fraternità , non solo predicata, ma concreta ? Il Papa certo vuole rilevare che il rapporto sacerdoti- fedeli non è secondo lo spirito del Vangelo. La esistenza di un distanziamento , è in atto particolarmente in questi tempi , ma da sempre evidente, Così pure è sotto censura “la vicinanza”( ! ) tra sacerdoti e vescovi. Quando si incontrano delle figure sacerdotali esemplari, e ce ne sono, il rilievo più immediato è “ verificare” il contatto con le persone; la gente conserva caldo nel cuore il ricordo e l’affetto per il suo parroco quando egli profuma dell’odore delle pecore. Ci sono dei vescovi che dicono espressamente che trovano molto più gratificante la paternità del parroco che il potere del vescovo. Tu nella tua vita hai testimoniato , anche quando sei diventato vescovo , questa paternità. Ed era un godimento per te occuparti dei poveri, dell’umile gente, dei più deboli, dei bisognosi, e anche degli extracomunitari. Li accoglievi nella tua casa , provvedevi a soddisfare le loro esigenze. E sai bene che penne illustri ed autorevoli hanno scritto di te lusinghieri elogi. Qualcuno ha commentato i tuoi comportamenti che esprimevano carità e interesse per tutti, dicendo: “ Il pastore è pronto a dare la vita per le sue pecorelle. Gioia rara per tutti, perché di gente che ama, in astratto e universale, è pieno il mondo ed è piena anche la Chiesa”. Ci vuole una prova concreta perché la carità cristiana sia vera. Forse hai sorriso per la mia ingenua fantasia. Ma comunque è innegabile che molto del nostro cristianesimo è retorico nelle parole, esibizionista nei gesti, insincero nei sentimenti. Spero che non abbia di che censurarmi. Io ti ringrazio se mi leggerai, e tornando all’Eccellenza, ti prego di benedirmi mentre ti auguro che presto possa occupare … un podio su qualche altare. Tuo devoto amico Don Salvatore Callari

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