Fatti dall'Italia

I nuovi schiavi. Turni disumani di 26 ore a 1,50 euro l’ora: 7 arresti in Calabria

Turni di 26 ore di lavoro per una paga di un euro e 50 centesimi l’ora. Con le accuse di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di cittadini stranieri, gli agenti del commissariato di Polizia di Paola hanno arrestato ad Amantea (Cs) sette persone, finite ai domiciliari, sequestrando un’azienda agricola. Sono state le stesse vittime a denunciare tutto alla Polizia, riferendo dei turni di lavoro massacranti, delle minacce e degli insulti subiti.

I braccianti, provenienti dal Bangladesh, vivevano n un appartamento sovraffollato, con bagni guasti e su pochi letti (sette in una stanza di 70 metri quadrati). Ai migranti non era riconosciuto alcun diritto: ne’ ferie ne’ straordinari o copertura assicurativa e previdenziale. A differenza degli altri lavoratori italiani, non potevano pranzare attorno a un tavolo ma dovevano sedersi per terra.

Nessun accorgimento era stato preso in materia di prevenzione del coronavirus: appostatisi davanti all’azienda agricola in cui i braccianti lavoravano, i poliziotti hanno constatato che alcuni dei migranti lavoravano senza mascherine. Erano due connazionali a procurare gli alloggi e a garantire la conservazione del posto dietro pagamento di somme di denaro. “Uomini e caporali” il nome dato in codice all’operazione, coordinata dalla procura della Repubblica di Paola.

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