Rino Gattuso viene alzato al cielo di un Olimpico deserto dai suoi ragazzi. E’ l’istantanea del trionfo del Napoli, da dedicare al suo tecnico dopo il lutto familiare che lo ha colpito. Una vittoria meritata giunta al termine di una partita non bella dove i partenopei hanno comunque dimostrato di avere una marcia in più, almeno in questo momento. Mastica amaro invece Maurizio Sarri. Per la sua Juve tanto possesso palla ma fine a se stesso. Ronaldo in ombra, Dybala poco meglio con ‘San Buffon’ in versione notti di Germania 2006 a tenere in piedi la baracca fino ai rigori dove, per una volta, la lotteria ha premiato i più meritevoli.
Sarri fallisce così la seconda finale dopo quella di Supercoppa contro la Lazio e la sua Juve resta a zero gol segnati in 180 minuti post stop da emergenza covid-19. Il Napoli si conferma così bestia nera dei bianconeri nelle finali di CoppaItalia. La Juventus aveva vinto le ultime cinque finali della Coppa nazionale disputate. L’ultima sconfitta, datata 2012, era arrivata proprio contro il Napoli.
Per gli azzurri è la sesta CoppaItalia, l’ultima era datata 2014 contro la Fiorentina nella giornata culminata con gli incidenti che portarono nei giorni successivi alla morte di Ciro Esposito. Fin dai primi minuti la dinamica del match è piuttosto chiara con il Napoli che prova a ‘incartare’ la Juve con giocate corte e tanta densità a centrocampo. I partenopei però peccano dal punto di vista individuale e al 5′ Meret deve mettere una pezza su Ronaldo in un’azione innescata da un errore di Maksimovic. Il portiere campano è pronto anche al 20′ a dire di no in due tempi a una bordata dalla distanza di Bentancur.
Con lo scorrere del tempo la banda Gattuso inizia anche a rendersi pericolosa, e con risultati migliori rispetto a quelli di una Juve che produce tanto gioco ma senza la velocità necessaria per trovare il guizzo giusto. La splendida punizione di Insigne al 24′ è fermata solamente dal palo con Buffon battuto mentre il numero uno bianconero risponde da campione al 41′ su Demme da distanza ravvicinata e, sull’angolo successivo, pure a un nuovo tentativo di un ispirato Insigne, con tanto di urlo belluino lanciato all’indirizzo dei compagni.
In mezzo l’uscita di Meret su Ronaldo al 37′.Il piano partita del Napoli si conferma efficace pure a inizio ripresa con la Juve che è costretta ad affidarsi alle conclusioni dalla distanza di Dybala prima e Bonucci poi, entrambe senza esito. A metà tempo Gattuso e Sarri provano a muovere le pedine sulla scacchiera dando il via alla girandola dei cambi. Milik, nuovo centravanti partenopeo al posto di un acciaccato Mertens, ha subito la palla buona al 70′ ma sparacchia alto da posizione molto invitante mentre all’80’ l’occasione d’oro è sulla testa di Politano, altro subentrato. L’ex Inter però non riesce a imprimere la potenza necessaria.
A spezzare la noia, ma non l’equilibrio, restano solo le continue indicazioni ai suoi di Buffon che scuotono il deserto dell’Olimpico. Al 90′ Maksimovic prova a vestire i panni dell’eroe con un’incornata su calcio d’angolo ma ancora una volta c’è il portierone bianconero a salvare tutto, così come sulla ribattuta di Elmas da un passo con l’aiuto del palo. Solo la lotteria dei rigori aggiunge po’ di sale su un piatto sciapo e complessivamente privo di carattere. Il Napoli è più freddo e alza la Coppa al cielo regalandosi quello scampolo di festa spontanea che sa di lento ritorno verso qualcosa di più simile a un evento sportivo da poter gustare con tutte le sue componenti, pubblico compreso.