Giovanni Falcone, denigrato da colleghi e politici, “era considerato un nemico storico di Cosa nostra. Aveva indagato sul sistema degli appalti, sulla loro spartizione scoprendo intrecci tra mafia e politica. Cosa nostra aveva capito che Falcone, pur essendo a Roma, era diventato particolarmente pericoloso perche’ avrebbe potuto scardinare l’esito del maxi processo”.
Lo ha detto il Pg Lia Sava, nel corso della sua requisitoria al processo d’appello che si celebra a Caltanissetta per la strage di Capaci. “Tuttavia – ha aggiunto – dalle dichiarazioni rese da Antonino Giuffre’, abbiamo anche scoperto che Riina prima di deliberare le stragi del ’92, aveva fatto dei sondaggi per vedere se alcuni settori malsani delle istituzioni potevano avere interesse ad eliminare Falcone. E in effetti, dopo l’attentato all’Addaura, con il quale la mafia decreto’ la condanna a morte del magistrato, inizio’ una campagna denigratoria nei confronti del giudice anche da parte di alcuni suoi colleghi e di diversi esponenti politici”.