La festa della carne di cane si celebra tutti gli anni a Yulin, città appartenente alla regione autonoma di Guangxi (Cina Meridionale), ed è qui che circa 10.000 cuccioli trovano la morte, sacrificati per soddisfare i palati dei commensali . L’edizione 2020 di questo Festival arriva in piena era Covid, proprio da quella Cina da dove tutto ha avuto inizio. Proprio da un gigantesco wet market, mercato umido, dove, proprio come a Yulin, non viene rispettata alcuna norma igienica. Dove gli animali vengono portati vivi e uccisi in loco. Dove diverse tipologie di sangue si mischiano. Dove infezioni, batteri e virus trovano il terreno fertile per diffondersi.
Sarà l’ultima abbuffata di cane? Le associazioni animaliste, ma anche tanti cittadini cinesi, si augurano di sì. L’ appuntamento di quest’anno sembra svolgersi in tono minore. I venditori, che fino allo scorso anno montavano le loro bancarelle in centro, sono stati confinati in un mercato periferico. I visitatori sono pochi, segno che l’industria, per quanto non vietata, sente crescere la pressione dell’opinione pubblica e delle autorità.
( Lello Lombardo)