Trentanove anni fa la tragedia di Alfredino Rampi. Era la sera del 10 giugno 1981 quando il papà del piccolo Alfredo, 6 anni, chiamava allarmato la polizia perché il figlio non era tornato a casa. Poi, la tragica scoperta: il bambino era caduto in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino a Roma.
La notizia fu data al telegiornale l’11 giugno: data in cui cominciava un’estenuante e inutile corsa per salvarlo. Gli occhi di tutta Italia per 60 ore rimasero puntati sul piccolo paese alle porte di Roma. La vicenda cambiò per sempre il modo di intendere la televisione: il dramma di Alfredino si consumò in diretta tv sotto gli occhi degli italiani e l’annuncio della sua morte, dopo vari tentativi di salvarlo, fu dato tra le lacrime dal conduttore del Tg1 Massimo Valentini.
A calarsi nel pozzo provò anche il 37enne Angelo Licheri, tipografo con un fisico minuto che, si pensava, gli avrebbe permesso di raggiungere il piccolo Alfredino e portarlo su con un’imbracatura. Un tentativo fallito, come gli altri. Dopo la morte del figlio, Franca Rampi fu ricevuta dal presidente Pertini e lo convinse della necessità di istituire una struttura nazionale che si occupasse di protezione civile: dalla tragica fine di un bimbo di sei anni nacque quindi la Protezione civile che tutti conosciamo.