Salute

Scuola “Paolo Emiliani Giudici” Mussomeli. Resilienza, resilienza, resilienza a distanza.

Carmelo Barba

Scuola “Paolo Emiliani Giudici” Mussomeli. Resilienza, resilienza, resilienza a distanza.

Lun, 11/05/2020 - 09:27

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(Dalla scuola) – “Spaesati, assonnati, straniati, forse svogliati, senza particolare interesse, senza curiosità aggiunta. Così potevano sembrare gli alunni, al di là di quel maledetto schermo che poneva una distanza abissale con i loro docenti; un parlare da remoto, da lontano, da lontanissimo. Gli alunni che aveva conosciuto a scuola sembravano diversi, non gli stessi in presenza che erano ben svegli, nonostante l’alzata mattutina ad un’ora in cui ancora il sonno e forse i sogni chiedono ai ragazzi di rimanere nel loro comodo e morbido letto.

Non erano gli stessi. Il coronavirus li aveva cambiati: inevitabilmente! Come li avrebbe cambiati qualsiasi altra esperienza traumatica che gli adulti cercano di ammorbidire e di nascondere. E dicevano al loro docente: “Prof. stiamo bene, trascorriamo il nostro tempo contenti … giochiamo, mangiamo, scherziamo con i nostri genitori, i nostri cani e i nostri gatti, non possiamo lamentarci.”

Gli sguardi non erano quelli in presenza, quei volti svegli e pieni di speranza che mostravano la mattina arrivando a scuola. E con tono dolente dicevano: “Prof. ci manca la scuola, ci mancano i nostri compagni, ci mancano i nostri professori!” E se non erano lacrime visibili, si coglieva nei loro sguardi l’emozione dolorosa di quella assenza, quella costrizione maledetta che li impediva nei movimenti, nello studio, nella quotidiana socializzazione.

Eppure, superato il primo momento di smarrimento generato dalla pandemia e dalle sue minacce di morte, erano tutti lì a studiare, ad ascoltare i loro professori, a chattare con loro, ad interagire in qualunque modo e a qualsiasi ora del giorno e, talvolta, della notte. Era palpabile la loro resilienza: in silenzio, quell’impegno quotidiano, anche se a distanza dalla scuola di cui si apprezza il valore quando non c’è, narrava la loro resistenza al male, la loro lotta ad un negativo destino collettivo che li vedeva “imprigionati” a casa senza volerlo, non per loro scelta. Minati nella libertà più importante per i giovani: il movimento, il gioco, la gaia e divertita socializzazione. E quel loro impegno a casa, a distanza da tutti e da tutto, narrava la loro lotta contro il pericolo mortale, il sentirsi “partigiani della libertà, della vita” nel rivendicare i loro diritti fondamentali di libertà e di salute che tante volte avevano studiato sul libro di Cittadinanza e Costituzione e sperimentato negli esempi e nelle testimonianze, nei loro incontri a scuola, con il Prefetto, con il Dirigente scolastico, con lo scrittore della legalità, con i loro docenti, con le forze dell’ordine e con i tanti testimoni dell’impegno civile che avevano ascoltato e conosciuto.

In un loro articolo per la scuola, due alunne scrivevano sulla didattica a distanza: “Ciò nonostante, gli alunni e i docenti si impegnano con tutti i mezzi a disposizione per consentire la totale comprensione della lezione. Molte scuole, compresa la nostra, hanno messo a disposizione degli alunni dei dispositivi elettronici (tablet, potenziamento della connettività) per far prendere loro parte agli incontri didattici. Noi alunni abbiamo capito la vera importanza dell’istituzione scolastica soltanto dopo che ci è stato imposto per il nostro bene, scopo la prevenzione e la tutela della nostra salute, di non frequentare l’ambiente scolastico in presenza e quindi, automaticamente, di non vedere quelle persone, i docenti e tutto il personale scolastico, che facevano quotidianamente parte della nostra vita” (Claudia Mancuso e Anita Modica 3 C).

La scuola, con il suo dirigente scolastico Carmelo Salvatore Benfante Picogna e tutti i docenti, ha seguito costantemente gli alunni, con particolare cura e attenzione alle problematiche che emergevano e sono quotidianamente presenti: dalle difficoltà economiche, alla connettività mal funzionante, dalle criticità della didattica a distanza alle richieste affettuose di informazioni sulle condizioni di benessere psicofisico dei ragazzi. Il dirigente, guida educativa della comunità scolastica, è stato presente sui social e sul sito ufficiale della scuola comunicando tempestivamente ai docenti, agli alunni e alle famiglie ogni utile e necessaria informazione desunta dalle ordinanze, dalle circolari, dalle direttive provenienti dal Ministero dell’Istruzione e dagli organi preposti, incoraggiando e rassicurando gli alunni per il futuro, spronandoli a studiare con proficuità e interesse. Una presenza anche a distanza, quella del dirigente e dei docenti, apprezzata da alunni e da famiglie, in un momento in cui la solidarietà e l’affermazione “nessuno si salva da solo” è un atto vero di resilienza individuale e collettiva.

Erano pur sempre ragazzi con la loro sete di sapere, pur sempre pronti ad ascoltare la parola del maestro, del professore, dell’adulto che detiene un sapere, anche un sapere fragile messo in discussione dalla drammatica esperienza della pandemia. Anche con i loro occhi stanchi, e stanchi per la sosta forzata, erano lì a fare i compiti, ad essere presenti, a domandare, a rispondere, in un fitto e continuo dialogo umano che li faceva sentire vivi. Vivi contro il male, vivi per resilienza innata, vivi per desiderio di vita, resistenti al destino minaccioso e incombente nelle loro vite.

Ci sono esperienze che mettono a dura prova la pazienza e la fede degli uomini. E se la paura come il coraggio è umano, non si può certo chiedere a dei ragazzi in crescita la stessa convinzione e lo stesso coraggio degli adulti per combattere le loro paure. Così pensavamo noi docenti. Ma forse eravamo noi spaesati, timorosi di non reggere allo stress psicologico, alla paura di madri, padri ed educatori, di responsabili dell’apprendimento dei nostri alunni. Con nostra piacevole sorpresa, però, i nostri ragazzi ci hanno dato lo sprint con i loro sogni coraggiosi e resilienti e ci hanno ricordato di amare e di credere nella vita, anche senza il bisogno di citare la virtù del coraggio, per vocazione innata a vivere.

(prof. Tonino Calà Istituto Comprensivo Statale “Paolo Emiliani Giudici” – Mussomeli)