A causa della Pandemia, il mondo della scuola sta cercando di reinventarsi in direzione di una DaD (didattica a distanza) forse permanente, che non funga da supporto alla didattica tradizionale de visu, ma da sostituta della stessa… Pandemia a parte, pensare alla banda larga quando in Italia abbiamo tantissime scuole fatiscenti, classi pollaio, e gran parte degli insegnanti soltanto digital immigrants a fine carriera, mi sembra sintomatico del fatto che chi deve prendere le decisioni significative non ha idea di quali siano i reali problemi della nostra scuola… Se si deve spendere del denaro, lo si faccia per potenziare l’organico, stabilizzando i precari e assumendo giovani motivati che desiderano ardentemente entrare nel mondo della scuola senza che debbano sottostare a iter infiniti… La DaD non è stata un gran successo e bisognerebbe sentire il parere degli attori protagonisti, gli studenti! Tutti parlano dell’efficacia della DaD, tranne chi la usa: i bambini, i ragazzi e gli adolescenti. Cosa dicono: ci manca la classe, i compagni, lo stare insieme, i prof.
La “didattica a distanza”, ci auspichiamo tutti, sarebbe meglio rimanesse una “didattica d’emergenza”…
In linea di massima, moltissimi insegnanti hanno un superpotere: l’empatia, che ci permette di stabilire relazioni con gli altri e di leggere nella loro mente e di farci provare le loro stesse emozioni. Ascoltare dal vivo un Insegnante è importante, lui ci aiuta, ci guida, ci ascolta quando siamo in difficoltà, ci aiuta a librarci in volo: tutto ciò non può fare la DaD!
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, di capirli, di cercare di comprendere che cosa accade nella loro mente, rispettando le loro idee, i loro valori e i loro pensieri, senza pregiudizi.
Ci attende un futuro a distanza fatto di DaD e tutorial? Sembra che ci attenda una realtà OLTRE la realtà: una sorta di Matrix!
Il futuro non è la DaD, non sono i tutorial; il futuro è ritornare alla normalità, che non sarà la stessa di prima, ma con opportuni accorgimenti potremo ri-avvicinarci: basta recuperare alcuni “stili” di vita che forse abbiamo perso per strada, basta accorgersi che viviamo insieme ad altre persone, che dobbiamo rispettare e dobbiamo farci rispettare, e guardarsi dentro più spesso. La normalità fatta di studenti modello, studenti discoli, di dolcezza, amarezza e calore umano.
Che ne è della scuola “Inclusiva” per gli alunni con difficoltà? È dagli anni ’70 che la scuola italiana fa passi da gigante per rendere la scuola un ambiente accogliente per tutti, un ambiente inclusivo, in cui poter realizzare il diritto all’istruzione e alla formazione per tutti. La Scuola deve, in questo momento, tenere “a distanza ravvicinata” i bambini, i ragazzi e i giovani. L’empatia può essere educata e resa più profonda e può diventare più efficace solo se si ritorna a scuola, la prima palestra che ci prepara alla vita “là fuori”.
Il clima in classe, il clima in palestra, gli amici, i compagni, gli Insegnanti, sono la Vera emergenza, occorre una Scuola “vera”, una palestra “vera”, un gioco “vero”.
L’empatia deve essere una capacità fondamentale per un Genitore, per un Insegnante, per un Istruttore, e per tutti! Recuperiamola.
Solo così possiamo sperare di recuperare questi mesi di isolamento, di solitudine e di silenzi. Mesi di perdita del contatto umano.
In questi due mesi, lo specchio con cui interagiamo con l’altro si è rotto ma, come dicono i Giapponesi, possiamo utilizzare materiale migliore per ripararlo e far tornare l’empatia possibile.