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Sabucina “vandalizzata”, le associazioni di volontariato: “Cerere, tradita ed abbandonata. Esposto in procura”

Redazione

Sabucina “vandalizzata”, le associazioni di volontariato: “Cerere, tradita ed abbandonata. Esposto in procura”

Ven, 29/05/2020 - 09:38

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Dopo avere atteso invano, in questi mesi, una risposta concreta da parte delle Istituzioni preposte, Simona Modeo, Presidente Regionale di SiciliAntica, Leandro Janni, Presidente Regionale di Italia Nostra Sicilia, Antonino Anzelmo, Presidente dell’Associazione Archeologica Nissena e Piero Cavaleri, Presidente del movimento piùCittà, in nome e per conto delle associazioni rappresentate, il 28 maggio, hanno presentato un esposto alla Procura in cui chiedono di appurare se i danni subiti dai nostri siti archeologici (Sabucina in primis), potevano essere evitati.

Sabucina, cancelli spalancati e incustoditi

Prima di arrivare a questa extrema ratio, le Associazioni, che fanno parte del Gruppo SOS Sicilia Centrale, hanno tentato più volte la strada del dialogo e della collaborazione, offerta peraltro a titolo gratuito, con le istituzioni. I tentativi sono iniziati alla fine dell’estate scorsa con la richiesta da parte delle Associazioni di svolgere dei sopralluoghi congiunti con i responsabili di Soprintendenza e Parco Archeologico di Gela, durante i quali si è palesato lo stato di abbandono dei nostri siti archeologici. Successivamente, il 22 febbraio scorso, presso il Consorzio universitario di Caltanissetta, sempre organizzato dal gruppo SOS Sicilia Centrale, si è svolto l’incontro “Umbilicus Siciliae. Cerere tradita e abbandonata. Prospettive per il futuro del patrimonio archeologico della Sicilia centrale”.

Durante tale incontro, molto partecipato a merito del grande interesse cittadino per questo tema, le Associazioni componenti hanno presentato un video-denuncia sul grave stato di abbandono e di degrado delle aree archeologiche; a fronte di questo ci si attendeva un incontro fattivo, a partire dall’analisi dello stato dei luoghi, dai problemi di gestione, dal sostegno tra istituzioni, società civile e comunità scientifica, sino ai possibili percorsi dentro una nuova visione del patrimonio comune. Invece, nulla: i responsabili pro tempore del Parco Archeologico di Gela e della Soprintendenza di Caltanissetta, cui spetta la tutela dei siti archeologici, non hanno avanzato alcuna proposta operativa, limitandosi ad una presa d’atto della situazione ereditata.

Il danno va certamente addebitato all’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, visto che dopo la chiusura al pubblico delle nostre aree archeologiche, non solo non ha messo in campo alcuna azione di tutela, alcun tipo di verifica, controllo periodico, monitoraggio dei siti su cui erano state investite centinaia di migliaia di euro pubblici, ma non ha nemmeno messo in moto le irrinunciabili procedure di denunzia presso le competenti sedi giudiziarie. A fronte di questo vuoto di fatti e di intenti, con un comunicato apparso sulla stampa locale il 21 marzo scorso, quindi un mese dopo il convegno, il Gruppo SOS Sicilia Centrale preannunciava la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica.

Oggi, dopo oltre due mesi e mezzo di silenzio dall’annuncio, le associazioni firmatarie sono state conseguenziali depositando l’esposto in Procura e facendosi così carico di rappresentare la viva preoccupazione che sui nostri importanti siti non cada una damnatio memoriae, nel silenzio collettivo. Saranno adesso i magistrati ad accertare chi siano i responsabili di questo scempio che si sarebbe potuto certamente evitare se chi doveva vigilare fosse intervenuto già dopo i primi danni, mettendo in sicurezza i siti e monitorandoli costantemente. Invero l’obiettivo principe dovrebbe essere il ripristino della fruizione dei siti, attuando insomma finalmente una gestione seria ed oculata del nostro patrimonio archeologico che si attende ormai da troppo tempo. Rassegnarsi al fatto che i territori della Sicilia centrale siano da considerarsi sacrificabili non dovrebbe essere compatibile con la visione di chi ne dovrebbe gestire il rilancio.

Il Presidente Regionale di SiciliAntica

Prof. Simona Modeo

Il Presidente Regionale di Italia Nostra Sicilia

Prof. Leandro Janni

Il Presidente dell’Associazione Archeologica Nissena

Dr. Antonino Anzelmo

Il Presidente di piùCittà

Dr. Pietro Andrea Cavaleri