Le tessere ed il mosaico: L’opera di Cristo: da un apparente fallimento alla proclamazione della vittoria

Una breve analisi di don SALVATORE CALLARI .

Sa di presunzione volere parlare , con poche parole, dell’opera di Cristo. Tento di esprimere in maniera semplice i due risvolti del tema . Da un lato il “ fiasco” di Cristo e dall’altro la, sua rivalsa. Capisco che può sembrare irriverente parlare di “fiasco” per Gesù, come se si trattasse di una qualsiasi iniziativa o di una banalità, per cui si userebbe i vocabolo “ fiasco”. Ma riflettendo, se diciamo “ fallimento “ ,è più gentile, più dignitoso ma sostanzialmente è lo stesso significato. Leggiamo, in filigrana, questo, dietro le parole di S. Giovanni all’inizio del suo Vangelo : “ Egli venne tra i suoi ma i suoi non lo ricevettero , venne come luce tra le tenebre ma le tenebre non l’hanno accolto”. E infatti si può parlare di “inutile olocausto” il fatto che il suo popolo stesso lo vuole lapidare, lo caccia dalla sua città, lo accusa di essere posseduto dal demonio . E, obbrobrio scandaloso, dopo tanti prodigi operati per la sua gente, guarendo gli ammalati, moltiplicando i pani quando aveva fame e alla fine, messo in gara con un assassino fu “sconfitto”. “ Che sia crocifisso ,, “. Quindi fu condannato e ucciso. E anche la amara considerazione dei discepoli di Emmaus dice “ speravamo “…. E invece è stato un umiliante fallimento. Ma Gesù aveva promesso : “ dopo tre giorni … “ e ha ribaltato tutte le delusioni, ha ripreso la vita e sarà proclamato “ Victor Rex”, Re vittorioso, il Vivente. E il risvolto, o la rivalsa, non più, schiacciato dal fiasco, ma innalzato dalla vittoria , Colui che ha vinto il mondo, dice S. Giovanni .

Una vittoria che attraversa i secoli con la sua dottrina, che “ inonda” tutta l’umanità, con la testimonianza eroica dei suoi fedeli che per Lui hanno sacrificato la vita e continuano ad affrontare la morte . E’ vittoria l’aver dato corso ad una “umanità nuova”, che ha acquistato una nuova mentalità, che ha inaugurato l’era della fraternità, dell’amore verso il prossimo e perfino verso i nemici, del perdono, dell’annunzio della paternità divina. .della ricompensa eterna nel suo Regno. Però, si potrebbe aggiungere , come un “Post scriptum”, che purtroppo come in passato anche al presente fa capolino l’ombra nera del “fiasco” non per il fallimento di Gesù e della sua opera, ma per colpa dei “suoi” che ancor oggi lo rinnegano, se non con le parole , coi fatti. Anche per i suoi amici, i cristiani, che con le loro inadempienze , dei tradimenti dei loro doveri, fanno ricordare a Gesù quello che dice la Bibbia, ed è riferibile a Lui : “ Quae utilitas in sanguine meo “ ? cioè quale utilità, quale vantaggio, c’è stato del mio martirio. “? “ Stolti e duri di cuore… anche voi cristiani che non avete fede, e fedeltà, per camminare dietro la mia croce; per poco che avrete fatto nel mio nome su questa terra ,sarete ricompensati il centuplo nella vita eterna”.

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