Mandiamo in pensione il titolo delle nostra rubrica “ E sedutosi li ammaestrava” per sostituirlo con uno nuovo: “Le Tessere e il Mosaico”
Tutti conosciamo la parola “tessera” ma forse non immaginiamo quanti significati può avere. In tempo di guerra e d9opo guerra la tessera era il documento per acquistare dei generi alimentari nella misura rigidamente razionata. Oggi significa, più facilmente, l’appartenenza ad un club, ad un partito, ad una associazione . Pochi pensano che “tessera” è anche quel minuscolo pezzo di vario materiale che serve per comporre un mosaico, cioè una figura o disegni ornamentali. Per noi, qui, in questa rubrica , vuole significare una virtù , un comportamento, un aspetto della nostra vita, che serve a comporre la “identità” o la “qualifica” di una persona. Si tratta dunque di considerare o valutare i gesti della quotidianità, quei comportamenti . o meglio quelle “virtù” che ci consentono di conoscere i lineamenti morali e spirituali di una persona, specialmente dal punto di vista della identità cristiana.
Quando si parla di un “ cristiano che va a messa abitualmente, che è amabile nei rapporti col prossimo, che è generoso e servizievole, che non manca di avere carità ecc…. diciamo: è una persona per bene, che non ha fatto mai male a nessuno, è un esemplare di … umanità. Io credo che una sola delle virtù nominate, un gesto isolato nella vita, non sono sufficienti per classificare con completezza il valore vero di un cristiano. Diciamo allora, che per comporre l’immagine di un vero galantuomo o di una degnissima signora, bisogna “assemblare”, come per il mosaico, tutte le “tessere” di virtù, come in un puzzle , in modo tale da “ dipingere” moralmente la figura di un vero cristiano. Proviamo, allora, ad arricchirci di queste componenti, di virtù, e non contentiamoci di “ parziali pittorici particolari”, e così possiamo sperare di raggiungere, come dice S. Paolo, “la misura di Cristo”.