“I boss di Palermo hanno di sicuro festeggiato per quelle scarcerazioni – confida Pasquale Di Filippo, ex killer di Cosa nostra oggi collaboratore di giustizia – so come ragionano, sono stato anch’io un mafioso. Hanno festeggiato per la disorganizzazione dell’Antimafia“. L’uomo, come riferisce “Repubblica” è turbato: “Ho letto che è andato ai domiciliari anche Nino Sacco, componente del triumvirato che reggeva il mandamento di Brancaccio. Adesso ho paura”
Sono 376 i detenuti andati ai domiciliari per il coronavirus e che ora il ministro Bonafede, con un decreto, cerca di riportare in carcere.
Ma intanto secondo Pasquale Di Filippo (pentito dal 1995 ed ex killer di Cosa nostra del gruppo di fuoco del clan Brancaccio) “ora che sono fuori dal carcere questi mi uccidono”. Lui, 56enne genero di don Masino teme che i capi mafia che ha fatto arrestare dal 1995 possano, una volta usciti, vendicarsi di lui. E rivela come dopo le stragi “non avevano finito. Era pronto un missile da lanciare contro il Tribunale di Palermo. Non fosse stato per me avrebbero ucciso molti giudici e pure giornalisti. Non avevano più niente da perdere. Secondo voi, adesso che sono fuori, cosa faranno?”