Salute

Coronavirus blocca una siciliana in Messico. La madre: aiutate mia figlia a rientrare

Marcella Sardo

Coronavirus blocca una siciliana in Messico. La madre: aiutate mia figlia a rientrare

Sab, 09/05/2020 - 12:22

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Martina è una giovane croupier palermitana bloccata in Messico senza data di rimpatrio. La madre fa un appello per farla rientrare

Il lockdown causato da Coronavirus, oltre ad avere lasciato milioni di italiani chiusi nelle loro case, ha reso difficile il rientro dei nostri concittadini dall’estero.

Molti sono riusciti a rientrare altri, invece, come dentro una ruota della roulette, ancora aspettano che esca il numero fortunato e possano tornare nelle loro città di residenza.

Tra questi c’è anche Martina, giovane palermitana di 27 anni e dipendente di una nota compagnia nautica specializzata in crociere turistiche che, da marzo, si trova rinchiusa in una cabina di una nave al largo delle coste del Messico insieme ad altri 1500 suoi colleghi provenienti da tutte le Regioni del mondo.

La ragazza non è mai stata contagiata, non è mai risultata positiva al Covid-19 e ha rigorosamente seguito i suoi giorni di “quarantena” obbligatoria. Potenzialmente può viaggiare e rientrare a casa ma ci sono ancora molti nodi da sciogliere prima del ricongiungimento con i suoi familiari.

Martina, con un regolare permesso di lavoro come croupier, si è imbarcata a Miami (USA) il 25 gennaio 2020 in una nave battente bandiera americana. Il 10 marzo, dopo la diffusione dell’epidemia, i passeggeri sono stati sbarcati a San Diego per poi rientrare nelle loro città di residenza. La stessa possibilità, però, non è stata offerta all’equipaggio della nave che è stato sottoposto alla quarantena per la durata di 15 giorni.

Nel frattempo la compagnia ha fatto firmare alla giovane una dichiarazione di fine contratto lavorativo valido dal 30 marzo 2020.

La nave, in seguito, si è spostata in acque messicane e, dopo 20 giorni, sono iniziate le procedure di rimpatrio ma soltanto per “alcune” nazionalità mentre per le altre, tra cui quella italiana, è stato disposto il trasferimento a un’altra nave con nuovo periodo di quarantena da rispettare fino al 27 aprile. L’attesa del rimpatrio, però, è diventata una chimera poiché il 24 aprile la croupier ha dovuto accettare il trasferimento in un’altra nave con conseguente nuova quarantena.

Martina, ad oggi, si trova ancora nella sua cabina, senza balcone verso l’esterno, senza retribuzione, senza data certa di rimpatrio e senza passaporto. Quest’ultimo, infatti, da prassi viene consegnato al Comandante al momento dell’imbarco e viene riconsegnato solo quando si conclude il soggiorno.

La connessione internet è debole e, per comunicare con la famiglia, la giovane siciliana può solo inviare messaggi ma non può godere del conforto del contatto visivo che una videochiamata potrebbe garantire. Le sue occasioni di socialità si riducono ai momenti del pasto consumati, nell’arco di mezz’ora, nella sala mensa insieme al gruppo dell’equipaggio che ha iniziato con lei questo viaggio senza fine.

La Farnesina, contattata tramite email dai genitori della ragazza, ha comunicato che “non sono in programmazione voli dal Messico” e che, non appena Martina avrà la certezza di poter sbarcare, dovrà “mettersi in contatto con l’Ambasciata italiana presente nello stato straniero, informarsi sui voli commerciali in quel momento a disposizione, acquistare il biglietto online tramite la relativa compagnia aerea e procedere con l’imbarco nel giorno indicato”.

Dura la protesta e la replica della madre della ragazza che ribatte come quelle proposte siano “tutte procedure poco praticabili dato che, al momento, i voli commerciali per l’Italia sono bloccati e che dovrebbe essere compito dello Stato Italiano garantire il rientro in sicurezza di mia figlia come previsto dal decreto del presidente del Consiglio del 28/03/2020. Io chiedo soltanto che lo Stato ci supporti in questa difficile e delicata fase durante la quale, in gioco, c’è la vita e la salute fisica e psicologica di figlia”.