Salute

Caso Pagano, il deputato leghista: “Mi scuso con la ragazza, ero critico con il governo”

Redazione

Caso Pagano, il deputato leghista: “Mi scuso con la ragazza, ero critico con il governo”

Mer, 13/05/2020 - 21:50

Condividi su:

“Con riferimento alle mie dichiarazioni in aula sul caso Silvia Romano, vorrei precisare il senso del mio intervento. Nei confronti di Silvia Romano vorrei esprimere il massimo della solidarieta’ perche’ dopo 18 mesi ha potuto riabbracciare i propri cari e riassaporare la liberta’. Lungi da me esprimere qualcosa di personale nei confronti della giovane, anche perche’ e’ chiaro che la stessa potrebbe essere ancora scossa dalla terribile esperienza che ha provato” E’ quanto tiene a precisare il deputato leghista Alessandro pagano che, in Aula alla Camera, ha fatto riferimento indiretto alla cooperante milanese parlando di “neo terrorista”. “Ben altra riflessione invece intendevo fare verso tutte quelle autorita’ che l’hanno accolta senza le dovute cautele, consentendo ad un gruppo terrorista di farsi pubblicita’ sulla pelle di questa giovane che ha cosi’ duramente sofferto – aggiunge -.

Non il sottoscritto ma organi di informazione di diversa estrazione come Repubblica, L’espresso, Tgcom 24, Liberoquotidiano, come ho tentato di dire anche in aula, interrotto dai deputati della maggioranza, hanno messo in luce impietosamente il doppio risultato ottenuto, con il concorso colposo del governo, dall’organizzazione terroristica al Shabaab attraverso il riscatto e la pubblicizzata conversione, sulla cui liberta’ molti hanno posto seri dubbi”. “In ogni caso, sulle scelte personali, nessuno ha titolo e diritto di intervenire ma sui comportamenti istituzionali tanti interrogativi vanno sollevati e tante risposte devono essere date – prosegue -. Da siciliano ho vissuto una stagione in cui la mafia godeva anche di consenso sociale e la mia generazione ha combattuto per evitare tali storture culturali, condannando ogni adesione o segnale benevolo nei confronti della stessa, ben sapendo che opinioni o atteggiamenti capaci di produrre consenso ne aumentavano il potere. L’obiettivo della mia critica politica era quindi indirizzata proprio verso il governo e non gia’ verso la povera ragazza”. “Il mio intervento, sopraffatto dalla bagarre suscitata dalle mie espressioni delle quali se ho offeso qualche sensibilita’ mi scuso, era volto a sollevare interrogativi nei confronti di una azione di governo che sembrerebbe, da quanto affermato dal portavoce dell’organizzazione terroristica al Shabaab, aver agevolato, attraverso i soldi versati dallo Stato italiano, l’acquisto di armi per la jihad e nuovi attentati – si difende -. Le critiche che mi arrivano dai mondo della maggioranza hanno enfatizzato una espressione privandola del contesto in cui era inserita, soffocando gli interrogativi che in una repubblica democratica, un parlamentare ha il diritto e il dovere di sollevare. In questo modo e’ chiaro che si e’ deviata l’attenzione sul vero dibattito e sulle evidenti incongruenze, inadeguatezze e clamorosi errori che si sono consumati su questa vicenda”.