La settimana che si apre vedrà l’approvazione del Bilancio comunale di Caltanissetta, capoluogo di provincia che ha scontato – non immeritatamente – la gogna di essere additato come ultima città d’Italia in quanto a indicatori socio-economici. Lo scorso anno, quasi a ridosso di una vittoria amministrativa, la nuova compagine pentastellata che si appropinquò a elaborare il più importante documento economico cittadino, decise di non alterare voci e allocazioni di risorse, nell’attesa di costruire un bilancio che ne fosse la vera carta di identità in rapporto all’esecuzione del proprio programma di governo. Stante a questa presa di posizione quindi, il prossimo Bilancio da portare in aula sarà quello identificativo della nuova amministrazione e da come sarà formato, composto e suddiviso, la cittadinanza dovrebbe “afferrare” la vera natura dell’esecutivo. Durante questo anno infatti, non è ancora emersa con chiarezza quale strada si intenda percorrere e, soprattutto, con quali strumenti e capitale umano: alcuni segnali non sono leggibili alla luce di coordinate coerenti con le enunciazioni del Movimento: l’apertura di un breve tratto di strada ZTL si discosta dalle ben note battaglie ambientaliste; l’ennesimo fallimento del bilancio partecipativo e la silenziosa agonia delle Consulte sono invece indicatori di un dialogo non attivo con la città; altri eventi sono stati subiti più che gestiti, dalla richiesta di Rai Way di smontaggio dell’antenna sino al rischio (che la città non sapeva di stare correndo) di perdere i fondi di Agenda urbana. Un interessante momento di condivisione che ha riguardato le linee guida del PRG si è, al momento, concluso in tre interessanti giornate di studio guidate più dai funzionari che dalla parte politica, parte politica che anche in questi giorni continua a chiedere idee ai cittadini nelle videoconferenze con le diverse parti sociali, senza però fornire una programmazione di tempi e obiettivi.
Il Bilancio che il Consiglio comunale, o meglio la maggioranza monocolore, si appresta a votare coincide con uno dei più drammatici momenti della storia nazionale del secondo millennio: qui si fa la città, o si muore. Le già barcollanti condizioni di salute dell’economia locale e le fragili resistenze del welfare cittadino a cui si sposa un ormai consolidato sentimento di scarsa identità comunitaria, oggi sono ulteriormente attaccate da nuove paure e preoccupazioni contingenti.
La fase due del post Covid coincide con la fase due
dell’amministrazione 5stelle: la rigenerazione di cui si parla in questi
giorni, se non vuole essere anch’essa una parola vuota, dovrà incarnarsi in
voci di bilancio, somme, ma soprattutto visione di sistema. Questo bilancio
parlerà sicuramente in maniera univoca, perché figlio di una sola parte
politica, ma mai come oggi è obbligo guardare al futuro guidando la comunità verso
il bene comune.
Continuando nel nostro atteggiamento costruttivo, riproponiamo l’allocazione dei 50.000 euro di investimenti del bilancio partecipativo non spesi, in un progetto utile per i commercianti che a breve dovranno riaprire le loro attività: si potranno usare ad esempio per la sanificazione dei locali o per la TOSAP. Immaginiamo che i nostri concittadini saranno lieti di dare il loro voto favorevole attraverso la piattaforma digitale appositamente dedicata.
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