Salute

Vittorio Feltri, l’amara riflessione sul coronavirus: “I vecchi? Meglio andarsene sottoterra che essere giudicati beoni e parassiti dai giovani”

Vittorio Feltri - liberoquotidiano.it

Vittorio Feltri, l’amara riflessione sul coronavirus: “I vecchi? Meglio andarsene sottoterra che essere giudicati beoni e parassiti dai giovani”

Ven, 10/04/2020 - 10:21

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Era ora. Ci si è accorti che gli ospizi sono macelli dove si muore lentamente e senza difese. Si entra e si esce imprigionati in una bara. Gli ospiti non sempre sono trattati male, ma neppure bene. Sono considerati, persino nei migliori istituti, alla stregua di pacchi pieni di niente. Se hanno la pensione, la versano interamente all’ amministrazione e quello che succede in seguito è tutto da raccontare, però nessuno lo racconta. Perché? Degli ultimi anni o mesi o giorni dei vecchi, manovrati quasi fossero rifiuti, non importa nulla a nessuno. Essi sono stati scaricati al ricovero dai familiari desiderosi di sbarazzarsi di un peso, e una volta abbandonati in uno stanzone pochi si ricordano di loro, cosicché pure il personale addetto alle cure dei degenti se ne disinteressa, peggio: li mortifica. Tanto nessuno protesta. E gli anziani, deboli e smarriti, subiscono ogni angheria in attesa di trasferirsi al cimitero. Dove volgono in fretta, sollecitati dalla disperazione, dal dolore, dal senso di inutilità che li pervade.

Non vogliamo polemizzare su quanto accaduto al Pio Albergo Trivulzio. Sta indagando la procura di Milano e non mettiamo becco nel suo lavoro che spesso non apprezziamo, per ragioni note: la giustizia di frequente commette più ingiustizie di quelle che persegue. Desideriamo solo fotografare una situazione uguale al Nord e al Sud che dimostra il cinismo, per non dire la cattiveria, che conduce alla tomba le persone di una certa età scartate prima dai parenti, poi dagli inservienti delle strutture che dovrebbero accudirli, i quali riservano loro meno attenzioni di quante ne dedichino alla pulizia dei pavimenti.
Ieri in televisione è andato in onda un servizio toccante. Una donna non si dava pace poiché sua madre era morta di virus in una casa di riposo (eterno) in piena solitudine, cioè senza il conforto dei dodici figli. Capisco lo strazio che provoca il trapasso di un genitore, ci mancherebbe. Però la vicenda cui ho accennato mi suggerisce una riflessione che un antico proverbio lombardo riassume in modo egregio. Questo l’ adagio in questione: “Un padre e una madre, sia pure a fatica, riescono a crescere 12 figli, mentre 12 figli non sono in grado di mantenere e curare un genitore”. È una amara verità che si replica da quando patriarcato e matriarcato si sono esauriti.

Un tempo remoto i nostri antenati erano tenuti sotto il tetto e rispettati fino all’ ultimo giorno. Sedevano in cucina, accanto al camino, erano serviti di tutto punto, la loro parola era Vangelo e la loro esistenza scorreva in relativa letizia. A causa della modernità, il compito di assistere i vegliardi è stato delegato alle istituzioni. Il nonno ti rompe le scatole? Facile. Lo affidi a un gerontocomio e te ne lavi le mani, un disturbo in meno, si fa spazio tra le mura domestiche ed è un sollievo per ogni componente del nucleo familiare. Se poi, come avviene di sovente, papà e mamma, oltre ad essere a tutti gli effetti dei reclusi, vengono intimiditi, picchiati, umiliati, pazienza. Pensi: «Non è mica colpa mia se la gestione dell’ ospizio è simile a quella di una camera di tortura». Quante volte la stampa ci ha informato di sevizie inflitte agli ospiti (termine improprio) di tanti ricoveri. Non mi risulta che la società si sia indignata e che  gli autori delle violenze siano stati puniti adeguatamente. E pure ora, in presenza di un virus micidiale cui si attribuisce il decesso di migliaia di individui ottantenni, non c’ è chi si stracci le vesti. Anzi, più vecchi crepano e più esultano i giovani che di norma li insultano giudicandoli dei rimbambiti, dei beoni, dei parassiti: meglio che se ne vadano sottoterra, lasciando alle nuove leve più opportunità per emergere. Come se un numero comunque esiguo di matusalemme fosse un impedimento alla realizzazione dei progetti dei virgulti.

Tutto ciò suscita tristezza, immalinconisce e fa pentire noi canuti di aver dato fiducia e amore ai nostri eredi, per i quali, dopo che li abbiamo allevati, siamo diventati un disturbo. A loro comunico soltanto: «Evitate di fare il tifo per il coronavirus poiché potrebbe colpire anche voi e indurvi a farci compagnia nel sepolcro». Quanto ai ricoveri, preferirei che fossero alberghi, ma non come il Trivulzio. Chi non rispetta gli anziani è destinato a non essere rispettato. Tempo al tempo.

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