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Vittorio Feltri dà la sveglia a Salvini: “Resiste solo la Meloni. Coraggio Matteo, fuori le p°°°”

Vittorio Feltri - liberoquotidiano.it

Vittorio Feltri dà la sveglia a Salvini: “Resiste solo la Meloni. Coraggio Matteo, fuori le p°°°”

Mer, 29/04/2020 - 21:05

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Abbiamo avuto l’ ennesima conferma che Giuseppe Conte tira avanti sulla strada proibizionistica infischiandosene della Costituzione e riducendo in modo drastico la libertà dei cittadini. Non c’ è verso di riportarlo sulla retta via e quindi è vano brontolare. Il suo ultimo discorso televisivo, lungo, noioso e inconcludente, ci ha comunque mostrato che egli intende fare di testa sua, trascurando il Parlamento, peraltro felice di farsi trascurare, non essendo in grado di gestire questo straccio di democrazia.

Il Partito democratico e il Movimento 5 stelle si adattano alla dittatura foggiana poiché sospettano che altrimenti il governo cada, la legislatura si concluda e deputati e senatori siano costretti ad andare a casa col pericolo di non essere più eletti. Il concetto è chiaro: conviene maggiormente fare gli schiavetti del premier piuttosto che perdere l’ indennità di carica ed essere obbligati a cercarsi un lavoro. Quale occupazione possono trovare individui capaci di tutto e buoni a nulla? Intanto però l’ Italia va a ramengo, i disoccupati aumentano a vista d’ occhio, le professioni liberali sono in crisi drammatica, gli imprenditori minuscoli, medi e grandi annaspano e rischiano di abbassare le serrande.

La situazione in questa circostanza non è solo grave ma pure seria, lo hanno intuito tutti tranne l’ avvocato della cause perse insediatosi immeritatamente a Palazzo Chigi. Purtroppo Sergio Mattarella, persona perbene, non si azzarda a compiere il passo decisivo ovvero dare il benservito a Giuseppe, forse non sa che pesci pigliare, visto che pure le sardine non sono istituzionalmente commestibili, ma solamente risibili.
Avrebbe facoltà di rivolgersi all’ opposizione se ce ne fosse una abile a sparigliare i giochi.

In realtà, perfino Matteo Salvini procede a tre cilindri e non riesce a darsi una mossa che non sia falsa. È timoroso, incerto, ha smarrito le energie che lo avevano condotto ai vertici, mettendo a soqquadro i palazzi del potere, che egli ha consegnato gratis ad ex amici e nuovi nemici. In pratica è stato espulso dal campo con il cartellino rosso di Nicola Zingaretti fra gli applausi di Luigi Di Maio e soci senz’ arte. Seguita a comparire in televisione però non incide se non quando si tratta di dire che io sono un coglione perché, senza volerlo, avrei offeso i meridionali, affermando che alcuni di essi sono inferiori economicamente, non certo intellettualmente, rispetto ai settentrionali. Come se fosse un mistero che al Sud primeggiano le attività mafiose per la semplice ragione che la ‘ndrangheta e similari associazioni sono più organizzate ed efficienti dello Stato, il quale pertanto non riesce a batterle. Comprendo che al capo della Lega premano i voti delle regioni da Roma in giù, mentre a me sta più a cuore la descrizione della realtà patria. Facciamo mestieri diversi e non invidio il suo.

Tuttavia, un minimo di rispetto da lui me lo aspettavo. Pazienza, in politica pesano i suffragi più di chi li conta.
A questo punto morto devo constatare che l’ unico personaggio all’ altezza di contrastare gli affossatori del Paese è Giorgia Meloni, la quale è una terrona superiore ai padani: combatte, sale nei sondaggi, mette all’ angolo Lilli Gruber, ormai avviata a diventare direttore del Corrierino dei piccoli, e ci sarà da ridere. Insomma ci affidiamo a questa ragazza di talento nella speranza che riesca a dare una svegliata a Salvini, un grande leader di ieri che auspichiamo lo ridiventi domani. Egli è un treno e non può avere l’ andatura di un monopattino. Coraggio.
Fuori le palle.