“Il presidente della Regione Nello Musumeci intervenga sull’individuazione dei nuovi centri Covid in Sicilia evitando si perpetrino scelte che già in altre realtà hanno portato a conseguenze gravissime”.
A lanciare un appello direttamente al governatore, con una lettera, sono Floriana Russo Introito e Gianluca Vancheri nella qualità di segretaria generale e segretario territoriale della Cisl Fp di Agrigento Caltanissetta ed Enna.
“Non possiamo esimerci dall’invocare un vostro autorevole intervento – dicono rivolti a Musumeci – perché continuiamo a ricevere centinaia di appelli e richieste di aiuto, con la consapevolezza che non si può osservare inermi a ciò che sta avvenendo nella gestione dei punti Covid. L’elevato numero di medici e operatori sanitari poi risultati positivi che erano però impiegati in attività ‘no Covid’, ci obbliga a riflettere e per coscienza e dovere, a rivolgervi un forte appello”.
Il sindacato precisa che la Cisl “non intende promuovere attacchi ai vari management che sono chiamati in prima linea a combattere una guerra nella quale neanche si sa dove si insinua il nemico e dove potere reperire le necessarie armi a difesa”, ma che l’intervento messo in campo è finalizzato ad impedire che si ripetano “gli stessi errori fatti altrove. Perché – dice – ogni errore è una vita”.
“Visti i recenti decreti di individuazione dei punti Covid in strutture ospedaliere attrezzate per altre branche – continuano Russo Introito e Vancheri – consapevoli e certi che le nostre strutture sanitarie già mal sopportano l’attuale carico di ricoveri dell’infezione da Covid-19, chiediamo che al di là dei cosiddetti protocolli di accesso per pazienti infettati si garantiscano una serie di misure di ulteriore cautela, necessarie al contenimento della diffusione del virus in ambiente ospedaliero no Covid.
Bisogna sottolineare – continuano – che al sovraccarico di richieste ad alta specialità, ha inciso non poco l’utilizzo di impianti centralizzati di climatizzazione, che, forse, poiché non tutti hanno filtri Epa capaci di essere barriera alle dimensioni virali nel caso specifico Covid-19”. Vancheri e Russo Introito, inoltre, evidenziano come gli ospedali che hanno potuto gestire meglio i casi di Covid sono le strutture dotate di padiglioni nettamente separati, perché “ciò ha permesso attraverso un filtro esterno di contenere e governare la diffusione dell’infezione”.
Per tutto questo, la Cisl chiede che si identifichino strutture ospedaliere o sanitarie da potere destinare in via esclusiva al trattamento di questi pazienti, come ad esempio l’ex Dubini a Caltanissetta e l’ex Ciss ad Enna al fine di limitare al minimo la creazione di ambienti promiscui per pazienti Covid, dato che questo comporta rischi aggiuntivi per infartuati e pazienti oncologici. Il sindacato evidenzia tra l’altro che il moltiplicarsi di punti Covid “è superfluo se poi mancano rianimatori e specialisti a disposizione”, e ancora chiede a Musumeci che si utilizzi il privato per l’assistenza e le cure al domicilio, affinché possano sgravarsi gli ospedali. Questo, evidentemente, non solo per ridurre il carico di lavoro, ma anche per evitare l’accesso al Pronto soccorso di soggetti potenzialmente affetti da Covid-19. Necessario sarà inoltre il ricorso a e protocolli con il terzo settore per attingere ad operatori sanitari qualificati che possano dare una mano a chi è in prima linea anche in attività no Covid. In ultimo Russo Introito e Vancheri, se da un lato invocano attività di monitoraggio dei soggetti positivi e di quelli in autoisolamento domiciliare tramite appositi sensori, dall’altro chiedono “servizi di conforto e sostegno alle famiglie , quali anche il supporto psicologico o le corrette indicazioni che possono essere rese in remoto da professionisti da anni presenti nel mercato”.