RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Il primo pensiero va sicuramente alle vittime del crollo del ponte Morandi e ai loro familiari, non è di festa la sensazione, è chiaro, ma senza dubbio oggi l’Italia mostra al resto del mondo che fare bene le cose e farle rapidamente è davvero possibile, mettendo in campo le migliori energie, imprese, lavoratori, in 10 mesi Genova si è rialzata. Adesso è necessario far rialzare l’Italia e l’unica cosa saggia da fare è quella di replicare quel modello in tutto il nostro paese.A chi pensa che non sia replicabile l’unica riposta che posso dare è l’immagine del ponte Morandi, bello e italiano.
Ho letto con piacere le parole di Renzo Piano nella sua intervista di oggi su La Repubblica, “l’Italia ha bisogno di aprire cantieri e mettere in circolo risorse preziose che rappresentano ossigeno per il lavoro”. Condivido anche quando dice che sarebbe triste se non si replicasse il modello Genova o, peggio ancora, si aspettasse un’altra tragedia. Sono stato in visita nel cantiere del nuovo ponte di Genova a fine febbraio, ed è stato in quel momento che ho pensato al Piano di rilancio cantieri e lavoro, poi secondo me diventato assolutamente necessario con l’emergenza del coronavirus. Ho visto l’Italia che si rialza, lavora e mostra quanto è capace di superare anche le tragedie.
Così mi sono messo a lavoro e finalmente la bozza di decreto è pronta, chiaramente ispirato al modello Genova, ma adattato ad una mole più ampia di opere, cioè quelle inserite e finanziate nei contratti di programma di anas ed rfi. Una norma della durata di 3 anni, temporanea, per dare la giusta spinta allo sviluppo e ai cantieri delle opere pubbliche del nostro paese, mettendo in circolo oltre 100 miliardi. Sia chiaro, lo ribadisco per eliminare ogni dubbio o scorretta interpretazione, la norma che ho proposto già anche al Presidente Conte, ha lo scopo di sburocratizzate le procedure, accelerare i tempi autorizzativi ma non deroga a nessuna norma che riguarda la legalità o l’antimafia.
Questa deve essere la dimostrazione che è possibile fare manutenzione o costruire una nuova opera nel rispetto delle leggi e in tempi che nel resto d’Europa sarebbero definiti “normali”. Ecco, ció che oggi ci appare “straordinario”, deve diventare normale per il nostro Paese. Lo chiedo ancora una volta: chi potrebbe essere contrario a tutto ciò?
Giancarlo Cancelleri