il Fatto Siciliano

Palermo, casa di riposo degli orrori: botte ed insulti ad anziani, 6 arresti

Anziani vessati fisicamente e psicologicamente, costretti a vivere in uno stato di soggezione e paura che ha dato vita in loro a uno stato di esasperazione e che li ha spingenti, in alcuni casi, anche a compiere atti di autolesionismo. Nell’ambito dell’operazione ‘Riposi amari’, la guardia di finanza di PALERMO ha arrestato sei donne e sequestrato una casa di riposo nel capoluogo siciliano. Al vertice, secondo gli investigatori, c’era Maria Cristina Catalano, 57 anni. Tra le accuse quella di maltrattamento ai danni degli anziani ospiti. In poco piu’ di due mesi le telecamere nascoste delle fiamme gialle hanno registrato “decine e decine – dicono dal Comando provinciale – di condotte ignobili di maltrattamento” ai danni di persone fragili e indifese.

Un regime di vita “vessatorio, mortificante e insostenibile”, con continue ingiurie e minacce: “Se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi’ la smetti, o zitta, muta”, una delle frasi rivolte a un’anziana ospite della casa di riposo. E ancora: “Devi morire, devi buttare veleno la'”. In un’altra intercettazione si sente: “Per quanto mi riguarda puo’ crepare”. Gli anziani erano anche costretti a subire violenze fisiche: spintoni, calci, schiaffi e colpi di scopa. In alcuni casi, come riferisce la guardia di finanza, i degenti sono stati legati a una sedia. In una occasione Catalano, registrata durante un soccorso inizialmente prestato a una degente poi morta, diceva: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perche’ gia’ boccheggiava… io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perche’ era morta”.

Oltre a Catalano, gia’ referente di precedenti societa’ fallite e amministratrice di fatto della compagine che gestisce la casa di riposo, in carcere sono finite anche: Vincenza Bruno, 35 anni; Anna Monti, 53 anni; Valeria La Barbera, 28 anni; Antonina Di Liberto, 55 anni; Rosaria Florio, 42 anni. Di Liberto risulta poi inserita in un nucleo familiare percettore, da maggio del 2019, di 799 euro mensili come Reddito di cittadinanza. Un sostegno che secondo le fiamme gialle sarebbe stato ottenuto con dichiarazioni false. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo della societa’ che gestisce l’attivita’ assistenziale: le ipotesi reato, in questo caso, sono bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio.

Per la guardia di finanza “e’ stata dimostrata la continuita’ aziendale tra tre societa’ che ininterrottamente, a partire dal 1992, hanno gestito la casa di riposo. “Le diverse compagini sono state asservite agli interessi criminali degli indagati – spiegano dal Comando provinciale della guardia di finanza – facendole subentrare l’una all’altra una volta portate in stato di decozione finanziaria, accumulando complessivamente un passivo fallimentare pari a circa un milione di euro”. Per realizzare il tutto sarebbero state messe in atto operazioni di distrazione patrimoniale, riciclaggio e autoriciclaggio grazie ad alcune teste di legno che si sarebbero prestati al ruolo di amministratori e grazie a “soggetti compiacenti”, tra i quali anche un impiegato comunale: tutti sono finiti sotto indagine da parte dei finanzieri del Gruppo tutela marcato capitali e del Nucleo di polizia economico-finanziaria di PALERMO, che hanno anche ascoltato le dichiarazioni di alcuni ex dipendenti della struttura che hanno rivelato quanto accadeva all’interno della casa di riposo.

Il gip ha disposto la nomina di un amministratore giudiziario per assicurare la prosecuzione dell’attivita’ con personale qualificato e fornire assistenza agli anziani ricoverati nella struttura. Predisposto, inoltre, di concerto con il dipartimento Prevenzione dell’Asp di PALERMO e la Direzione della centrale operativa del 118, un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani nel rispetto e con le cautele imposte dalle norme per il contenimento del Covid-19. 

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