SAN CATALDO – Ricorrenza più che mai propizia, quella del 25 aprile, Festa della Liberazione, per ricordare Salvatore Amoribello detto Totò, che è stato un combattente ardito ed amante della libertà. Dopo la sua morte, avvenuta il 27 aprile del 1947 (nella foto, il rito funebre) , il suo nome è stato inserito nel Libro d’Oro dei Caduti dell’Aeronautica dei suoi caduti. Un eroe dimenticato ma che è giusto ricordare in occasione della festa della liberazione.
Le seguenti note biografiche sono state curate da Vincenzo Amico.
Amoribello nacque a San Cataldo il 29 settembre 1922 da Salvatore e Calà Grazia. Qualche mese prima della sua nascita il padre muore per una brutta malattia e la madre decide di chiamarlo con lo stesso nome del marito.
Ultimo di tre figli, Cataldo, Serafina e Salvatore, la madre è costretta a lavorare duramente per sfamare i propri figli riuscendo però a farli cresce in un ambiente umile e semplice e infondendo in loro i valori di onestà, servizio per gli altri e spirito di sacrificio.
Così tra il 1939/40 Salvatore si arruola volontario nell’Esercito Italiano e viene inviato di servizio in Africa Settentrionale; rientrato in Italia frequenta la scuola “Specialisti Regia Aeronautica” a Vivo Valentia e l’11 febbraio 1942 si specializza come Aviere-Armiere, classificandosi 30° su 275 partecipanti.
Dopo la scuola viene assegnato a diverse basi militari, svolgendo servizi piuttosto delicati e viene abilitato anche al volo, effettuando diverse ricognizioni aeree e partecipando a numerose operazione di guerra. Dopo l’armistizio avvenuto l’08 settembre 1943, partecipa attivamente alla Resistenza e combatte da volontario al fianco dei partigiani per la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazista.
Il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, Salvatore si trova a Milano, impegnato nei combattimenti.
Successivamente rientra a San Cataldo per un breve periodo e il 01 giugno 1946 viene preso in forza presso la Base Aeronautica Militare di Lonate-Pozzolo di Gallarate (VA), con il grado di Aviere Scelto.
Il 26 aprile 1947, alle ore 11,30 circa, Salvatore muore a seguito di un’esplosione mentre con altri militari, stava trasportando ordigni bellici inesplosi, per mettere in sicurezza i territori di guerra.
Il 05 maggio 1947, per decreto dell’Aeronautica Militare, il suo nome è stato inserito nel LIBRO D’ORO dei suoi caduti. Negli anni ’50 gli fu dedicata una strada (traversa Via Regina Elena) a San Cataldo, suo comune di nascita.
Salvatore Amoribello riposa nel cimitero di San Cataldo e il suo nome compare sulla lapide nella Cappella eretta in memoria dei caduti in guerra dello stesso cimitero. Gli unici parenti rimasti in vita sono i suoi nipoti: Virga Anna, Grazia e Silvana figlie della sorella Serafina che vivono a San Cataldo e Amoribello Grazia e Salvatore figli del fratello Cataldo, che vivono a Palermo, con relativi pronipoti.