È nata ieri all’ospedale Buzzi di Milano la figlia del Paziente 1, Mattia, il dipendente dell’Unilever residente a Codogno, primo caso accertato di coronavirus in Italia. Sua moglie Valentina, che come lui era stata contagiata ed era entrata in ospedale all’ottavo mese di gravidanza ma riprendendosi prima del marito, ha partorito all’ospedale Sacco di Milano la loro prima figlia, Giulia. Mattia, che era finito in terapia intensiva, è stato dimesso dal San Matteo di Pavia lo scorso 23 marzo.
Mattia è stato ricoverato in condizioni disperate nella notte tra il 21 e il 22 febbraio al San Matteo di Pavia. 38 anni, maratoneta e giocatore di calcio, oltre che volontario alla Croce Rossa e ricercatore della multinazionale, si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno nel pomeriggio del 18 febbraio, senza però avere i sintomi che avrebbero potuto portare a identificarlo come caso ‘sospetto’ di Covid-19. Dopo gli accertamenti e le terapie necessarie, nonostante la proposta di ricovero, Mattia ha deciso di tornare a casa. Poche ore dopo la situazione è peggiorata. La mattina del 20 febbraio è stato necessario l’intervento del rianimatore e il ricovero nel reparto di terapia intensiva. Dopo che la moglie ha informato i medici di una cena di fine gennaio tra il marito e alcuni amici, tra cui uno appena rientrato dalla Cina, è stato effettuato il tampone. Così è avvenuta la scoperta del primo caso in Lombardia e in seguito degli altri casi positivi.
Il 9 marzo la svolta, mattia è stato ‘stubato’ e ha cominciato a respirare autonomamente ed è uscito dal reparto di terapia subintensiva e ha potuto vedere a distanza la moglie, rimasta a sua volta contagiata e già guarita. Il 23 marzo, circa un mese dopo il suo ricovero, il 38enne è stato dimesso dall’ospedale ed è tornato a casa.