Siamo ancora nel picco, ma ci sono tre dati che vanno nella direzione giusta: pur rimanendo un numero inaccettabile, 525, il numero dei morti non era a questi livelli dal 19 marzo, due settimane fa. In più per la prima volta calano le persone ricoverate con sintomi (-61 unità, un’inezia su quasi 30mila persone, ma finora era sempre aumentato) e si conferma la flessione dei posti letto occupati in terapia intensiva (valore che è calato ieri per la prima volta), con altri 17 posti che si sono liberati oggi.
Sono 128.948 i positivi al coronavirus aggiornati al pomeriggio del 5 aprile, in crescita del 3,4% rispetto a un giorno fa. Morti a quota 15.887, anche in questo caso con un incremento del 3,4% che rappresenta finora la miglior performance da quanto è partita l’epidemia, mentre i guariti diventano 21.815, in aumento del 3,9 per cento giorno su giorno. Questo il quadro dei dati forniti dalla Protezione civile sull’emergenza sanitaria in corso nel Paese. «Oggi ho dato una serie di buone notizie», ha sottolineato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, «ma non devono indurci a mollare la presa. Dobbiamo restare a casa». Per Sivlio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, «la curva dopo il plateau sta iniziando la propria discesa. Ma è un dato che va conquistato giorno dopo giorno. È importante che manteniamo questo tipo di rispetto delle misure. Dobbiamo cominciare a pensare a una fase 2, se questi dati si confermano».