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Coronavirus, ecco come sarà la vita quando finirà il lockdown: distanze, mascherine e calendario riaperture

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Coronavirus, ecco come sarà la vita quando finirà il lockdown: distanze, mascherine e calendario riaperture

Sab, 04/04/2020 - 16:52

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L’R0 è quel numero che ormai quasi tutti gli italiani stanno imparando a conoscere ed è quel coefficiente col quale gli epidemiologi tengono sotto controllo l’evolversi della malattia. In fase acuta di coronavirus era oltre a 2, cioè ogni contagiato faceva ammalare almeno altre due persone. Ora si sta avvicinando a 1 ma solo quando scenderà sotto questa soglia comincerà la nuova vita degli italiani. E per nuova si intende proprio un cambiamento radicale di abitudini.

Il calendario delle riaperture – Non sappiamo quando comincerà la tanto attesa fase 2 ma con molta probabilità sarà a maggio. In cosa consiste la fase 2? E’ la riapertura parziale del Paese. Parziale perché non tutto tornerà come prima, sarà fondamentale appunto il fattore R0. Quando l’R0 sarà stabilmente sullo 0,5 allora si comincerà.

Lo spostamento coi mezzi pubblici – I mezzi di trasporto pubblico che non si sono mai fermati nemmeno durante l’epidemia saranno osservati speciali. Qui, un solo errore, potrebbe far riesplodere la diffusione del virus. Per questo dovranno intensificarsi i controlli dei cittadini. Potrebbero quindi ritornare la figura del controllore a bordo che, oltre al ticket, misurerebbe la temperatura corporea. Meno passeggeri a bordo dei mezzi, sarà utilizzata la metà della capienza delle vetture.

Pmi, negozi e uffici – Saranno loro i primi a riaprire ma dovranno rispettare nuovi rigidi criteri. Rimarrà lo smart working per tutte quelle attività che possono permetterselo limitando la presenza negli uffici. Locali che però sarà possibile riaprire ma devono garantire la distanza di un metro tra i lavoratori e se possibile la fornitura di dispositivi di protezione. Stesse regole anche in presenza di persone esterne come clienti o fornitori.

Bar e ristoranti: distanze superiori e mascherine – Non potranno riaprire subito, ci vorrà un R0 stabilmente sotto lo 0,5. Ma anche quando potranno tirare su le saracinesche le regole sono molto chiare e prevederanno una riorganizzazione dei locali. I clienti al bancone dovranno mantenere una distanza di almeno un metro tra clienti e gestori e tra cliente e cliente. Nelle sale invece la distanza deve aumentare: almeno due metri tra i tavoli, questo per garantire il passaggio dei camerieri. Questi ultimi dovranno obbligatoriamente portare guanti e mascherine. Stesse regole anche per i tavoli all’aperto.

Centri commerciali no, negozi sì – I grandi centri commerciali molto probabilmente non riapriranno a maggio. Diverso il discorso per gli altri negozi. Qui il discorso forse è un po’ più semplice perché saranno copiate le regole già applicate negli ultimi due mesi dai supermercati e dalle farmacie: entrate scaglionate con una presenza di persone variabile in base alla metratura dei locali e ovviamente il mantenimento del metro di distanza tra le persone. Non è escluso che la metratura dei negozi stabilisca anche differenze di riaperture, con i piccoli che aprirebbero prima dei grandi (questi ultimi sono troppo a rischio assembramento).

Stadi, cinema e congressi in coda alla lista – Non sarà invece facile vedere riaprire in fretta tutti quei luoghi pubblici di intrattenimento collettivo. L’R0 dovrà essere per forza a zero, cioè virus debellato. Cinema, teatri, stadi per concerti o eventi sportivi, discoteche, tutti luoghi dove l’assembramento è impossibile da evitare. Non tanto all’interno di alcune strutture dove si può prevedere la classica poltrona sì e poltrona no per mantenere le distanze, quanto all’ingresso delle stesse strutture. Sarà un discorso molto complesso anche perché si cerca di evitare la crisi devastante di interi settori.

I rapporti in famiglia – E finiamo con i rapporti personali, quelli familiari. Anche se la quarantena finirà bisognerà stare attenti alle affettuosità come baci e abbracci. Ancora per un po’ sarà giusto mantenere una distanza di sicurezza, soprattutto coi familiari “fragili” che abbiamo cercato con grande sforzo di difendere in tutte queste settimane chiusi in casa.