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Coronavirus, app tracciamento: si chiamerà “Immuni”. Se sei stato vicino a un contagiato ti arriva un sms: ecco come funziona

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Coronavirus, app tracciamento: si chiamerà “Immuni”. Se sei stato vicino a un contagiato ti arriva un sms: ecco come funziona

Ven, 17/04/2020 - 10:06

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Firmato dal commissario Arcuri il contratto per l’app italiana del tracciamento del contagio da coronavirus. La scelta del governo è per l’app progettata da Bending Spoons assieme ad altre realtà come il centro medico Santagostino di Luca Foresti e si chiamerebbe “Immuni”. Ora la app passerà al vaglio della task force di Vittorio Colao.

L’app sarà “un pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza”, la sperimentazione avverrà in alcune Regioni pilota, poi verrà estesa”. E’ Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza, a delineare uno scenario piu’ chiaro per il sistema di tracciamento italiano del contagio del coronavirus a cui stanno lavorando il ministero dell’Innovazione e la Presidenza del Consiglio. Ecco come funzionerà nel dettaglio Immuni.

Il Bluetooth rileva il “contatto” – La scelta della tecnologia Bluetooth è stata determinante. La comunicazione tra apparecchiature attraverso il Bluetooth è determinato da una distanza sostanzialmente breve. Quasi come quella che dovrebbe intercorrere tra le persone che seguono le norme da distanziamento sociale. Se due cellulari arrivano a distanza tale che il Bluetooth si aggancia allora vuol dire che le due persone sono state troppo vicine e a rischio virus.

I codici identificativi memorizzati – Una volta attivata la app comincia a memorizzare i codici identificativi anonimi con cui entra in contatto. Se una persona risulta essere infettato dal Covid-19 l’operatore sanitario riceve il codice col quale può scaricare dal server centrale i dati della app del paziente ivi compresi i codici delle persone “incrociate” dall’infetto. Il server quindi calcola il “rischio” contagio in base a vicinanza e durata del contatto e di conseguenza genera le notifiche da inviare agli smartphone delle altre persone.

Nessuna localizzazione (al momento) – Per motivi di privacy non è stata inserita una geolocalizzazione con Gps. Una richiesta che pare fosse invece arrivata dalla task force della ripartenza per cercare di cogliere possibili contagi anche tra chi non scarica la app. La funzione però potrebbe essere inserita successivamente magari con l’autorizzazione delle singole persone.

Il diario clinico – La seconda importante funzione di Immuni è poi la presenza del diario clinico. Una sezione che contiene e informazioni rilevanti del proprietario del cellulare: sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci. Diario che poi verrebbe costantemente aggiornato in presenza del Covid-19 con sintomi, stato di salute e terapie.

Le regole privacy fissate dalla Ue – L’Europa aveva dettato le regole per l’app: anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. Criteri che vedono il plauso del Garante Privacy Antonello Soro. “Speriamo in una massiccia adesione volontaria dei cittadini – ha sottolineato Arcuri – speriamo possano sopportare e supportare il sistema di tracciamento dei contatti, che ci servirà a capitalizzare l’esperienza della fase precedente ed evitare che il contagio si possa replicare”.

“I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune con soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali”, scrive intanto l’Europa nel documento stilato n collaborazione con i governi. Oltre ai requisiti di volontarietà e interoperabilità tra Stati, già ribaditi, l’Ue si sofferma in particolare sulla tecnologia giudicata più idonea per le app di tracciamento. Devono “stimare con sufficiente precisione” (circa 1 metro) “la vicinanza” tra le persone per rendere efficace l’avvertimento se si è venuti in contatto con una persona positiva al Covid-19; per questo, dice, possono essere utilizzati “il bluetooth o altre tecniche efficaci”, evitando la geolocalizzazione. “I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio”, sottolinea Bruxelles, precisando che l’obiettivo delle app “non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole perché creerebbe rilevanti problemi di sicurezza e privacy”.

Per mantenere l’anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d’identificazione utente, ndr) “anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze”. In Europa esiste già un progetto che soddisfa questi criteri, su cui stanno convergendo Francia e Germania.