Salute

Truffa alla Asp di Messina, arrestati medico e farmacista

Redazione

Truffa alla Asp di Messina, arrestati medico e farmacista

Mer, 11/03/2020 - 09:22

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Con un’operazione chiamata “Apotheke”, la Guardia di Finanza di Messina ha arrestato (ai domiciliari) un farmacista e un medico di base del posto per una truffa alla Asp di Messina, da oltre 1 milione di euro l’anno, con la quale erano convenzionati. In particolare, al termine delle indagini della Procura peloritana, il gip ha anche disposto la sospensione della professione medica per un anno per altri 5 medici di base e il sequestro preventivo di beni per circa 50.000 euro nei confronti di 7 indagati coinvolti nella truffa.

Numerosi gli illeciti penali contestati a vario titolo agli indagati, in totale 12, che vanno dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata, al falso ideologico, all’esercizio abusivo della professione medica, alla somministrazione di morfina senza la prevista prescrizione medica. L’indagine è partita dopo una denuncia, presentata proprio dall’ASP di Messina, per segnalare presunte irregolarità nell’emissione di prescrizioni mediche (le cosiddette ricette “rosse”), nei confronti di diversi fruitori di esenzioni ticket per motivi reddituali, concernenti l’acquisto di costosi farmaci a sua volta portate a rimborso. In questo contesto è stato rilevato che le prescrizioni mediche, ritenute “anomale”, venivano utilizzate principalmente per acquisti effettuati quasi esclusivamente presso un’unica farmacia territoriale dell’ASP di Messina, con sede nella zona sud della città dello Stretto.

Nell’ambito delle operazioni, condotte anche con attività tecniche, è stata acquisita documentazione sanitaria e sono state sottoposte a sequestro numerose prescrizioni mediche in vari uffici dell’ASP di Messina. Le risultanze hanno evidenziato una collaudata associazione a delinquere, composta dal titolare della farmacia, da 2 dipendenti della stessa, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell’ASP di Messina, finalizzata alla commissione di truffe per il conseguimento di indebite erogazioni pubbliche, quantificate in circa 140.000 euro. La base logistica dell’associazione era la sede della farmacia messinese che, in breve tempo, aveva visto aumentare in maniera esponenziale i propri complessivi flussi di vendita, volumi d’affari in controtendenza con i minor flussi di vendita di tutte le altre farmacie territoriali presenti sul territorio, tanto da porla tra le prime farmacie territoriali dell’ASP di Messina per fatturato da vendita di farmaci.

Il sistema di frode scoperto dalle Fiamme Gialle era semplice ma funzionale, tanto da far passare in secondo piano l’interesse per l’ordinaria attività di farmacia, ovvero la vendita reale di farmaci ai consumatori, che si pone, per questo esercizio, quasi come una mera attività di facciata. Il titolare, infatti, con l’aiuto dei sodali, tra cui la madre ed alcuni collaboratori della farmacia, avrebbe gestito ed alimentato il collaudato meccanismo illecito. Una vera e propria catena di produzione di false prescrizioni mediche, mediante il continuo approvvigionamento di ricette “rosse”, sulle quali apporre le fustelle, provenienti da farmaci scaduti o venduti a clienti fidelizzati e privi di esenzione ticket, ai quali veniva, di sovente, applicata una particolare scontistica.

Successivamente, si passava alla meticolosa preparazione di una contabilità amministrativa apparentemente regolare, finalizzata alla riscossione dei rimborsi chiesti mensilmente e successivamente liquidati dall’Azienda Sanitaria Provinciale. Così come è emerso dalle indagini, le prescrizioni sulle ricette rosse hanno riguardato, prevalentemente, farmaci costosi, anche al prezzo di 587,02 euro a prescrizione, trattandosi di farmaci normalmente prescritti in caso di trapianto di organi, dolore severo, trattamento post chemioterapico, carcinoma del polmone ed altre patologie importanti.

Di fatto, tali farmaci, mediante false prescrizioni mediche, sulle quali sono risultati apposti timbri e firme riconducibili ai 6 medici di medicina generale convenzionati con l’ASP di Messina venivano prescritti prevalentemente ad assistiti “deceduti” e/o “inesistenti”. I fatti di reato contestati, perpetrati a danno dell’Asp di Messina, hanno prodotto un grave danno economico nei confronti dell’Azienda Sanitaria: dal 2016 in poi, infatti, l’Asp ha corrisposto alla farmacia compensi superiori al milione di euro netti l’anno.