Nei terribili giorni in cui l’Italia è al centro dell’emergenza coronavirus, il tema della sanità (sia pubblica che privata) finisce inevitabilmente per diventare centrale, argomento principale dell’agenda di un’intera nazione. Ecco perché il miglioramento di un servizio per la collettività, attraverso l’impiego (per la prima volta) di un apparecchio moderno, si eleva agli onori della cronaca. Ed è una notizia ancora più significativa se arriva dal “profondo centro” della Sicilia, in un territorio bistrattato e distante dalle città più grandi. Il Laboratorio Biotechnologies di Mussomeli, laboratorio di analisi convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, è il primo in Sicilia ad aver investito su una nuova tecnologia, adottando prima degli altri nell’isola un presidio medico impiegato per visualizzare le vene in profondità, agevolando in questo modo la venipuntura a tutto vantaggio del benessere del paziente. La struttura, diretta da Federico Falletta, da qualche giorno si è dotato di un apparecchio a infrarossi, chiamato “AccuVein”.
Un visualizzatore di vene pensato per apportare benefici e benessere percepito al paziente, soprattutto tra coloro che devono fare i conti con una situazione di fragilità. Il visualizzatore “AccuVein” è un prodotto americano, molto diffuso negli Stati Uniti, ad alta efficienza e precisione e che funziona attraverso la luce ad infrarossi che va ad individuare l’emoglobina, desaturata di ossigeno e contenuta nel sangue venoso. Posizionando il visualizzatore portatile a 10/40 centrimetri dalla pelle si ottiene la netta e precisa visualizzazione del sistema vascolare venoso sulla superficie della pelle stessa. Questo permette di individuare con estrema precisione la vena per i prelievi di sangue e la determinazione del punto di accesso intravenoso, e ciò – è importante – anche in pazienti che presentano difficoltà di reperimento dei vasi sanguigni.
L’investimento del Laboratorio Biotechnologies, se rappresenta il primo compiuto nella variegata galassia dei laboratori di analisi privati, in termini assoluti rappresenta il secondo in Sicilia. Nel sistema pubblico infatti, al momento a dotarsi del visualizzatore ad infrarossi “AccuVein” è stato soltanto l’ospedale messinese Papardo, che ne ha comprati ben 7: una scelta per venire incontro ai pazienti più fragili di reparti con elevata percentuale di prelievi, come Anestesia e Rianimazione e il Pronto Soccorso, ma anche Pediatria, Neonatologia con Utin e Ginecologia, oltre a unità che affrontano patologie complesse come l’Oncologia medica. “Abbiamo da sempre avuto l’idea di portare l’innovazione tecnologica all’interno del laboratorio, investendo in attrezzature all’avanguardia e Accuvein è l’ultimo arrivato – commenta Federico Falletta, direttore sanitario della struttura mussomelese -. Siamo il primo laboratorio privato in Sicilia ad avere a disposizione una tecnologia come questa per cercare di migliorare, nel nostro piccolo, quello che di grande ci ha lasciato nostra madre, la dottoressa Vincenza Guasto. Nonostante le limitazioni che la sanità ha subito nel corso degli anni (che stiamo toccando con mano proprio in questi sciagurati giorni) il nostro impegno sarà quello di progredire, per quanto possibile, nel dare un supporto sempre migliore e fondato sulla qualità”. Per informazioni il laboratorio ha aperto anche un sito internet, all’indirizzo www.analisibio.it. (GITA)