“Siamo in guerra, una guerra mondiale. Un popolo in guerra si ritrova in una sola strategia, una sola parola, un solo passo, un solo cuore, un solo obiettivo; stare uniti per neutralizzare il nemico. Io mi consulto, parlo, confronto ma, alla fine sono io che firmo: avverto il peso di questa responsabilità, devo tutelare la salute dei siciliani e fare in modo che la crisi economica non ci porti sul lastrico”. Sceglie la strada della “chiamata alle armi”, il presidente della regione siciliana Nello Musumeci, dal suo ufficio, ospite in un collegamento con il Fatto Nisseno per un’intervista curata dall’Editore Michele Spena. Il Governatore, provato da questi giorni difficili, è consapevole che per i siciliani questo è il momento più arduo: l’onda del contagio, complice i ‘forsennati’ ed irresponsabili rientri dal nord, inizia a profilarsi sempre più minacciosa come purtroppo testimoniano i dati delle ultime 72 ore. Lunedì 23 marzo l’isola registrava 681 contagi, oggi sono 936: l’aumento è di 255 unità in meno di tre giorni. Musumeci ricorda come l’epidemia di spagnola, esplosa tra il 1918 ed il 1920, abbia ucciso sua nonna: la mamma di suo padre. Musumeci non nasconde la previsione: “Stiamo predisponendo uno sforzo notevole per la sanità: prevediamo, anche se è giusto sottolineare che si tratta soltanto di una previsione, che il ‘picco’ dovrebbe colpirci tra il 10 e 15 aprile. Abbiamo aumentato i posti letto negli ospedali, quelli in terapia intensiva e prepariamo gli alberghi per chi deve stare in quarantena. La bistrattata sanità siciliana sta rispondendo con professionalità ed abnegazione: grazie a medici, infermieri ed operatori sanitari”.
Incombenti i contagi ma, iniziano ad essere pesanti le condizioni di crisi economica delle piccole e medie imprese, dei lavoratori autonomi e dei dipendenti. Un vortice che annichilisce speranze ed inizia ad incidere sulla quotidianità di molti: bollette, mutui e approvvigionamento alimentare, stanno prosciugando le carenti disponibilità di liquidità di tanti siciliani. Musumeci conosce la situazione: “La Sicilia paga più delle altre realtà, perché già partiva da una situazione svantaggiata, un tessuto imprenditoriale frammentato e fragile e questo avrà ulteriori ripercussioni quando sarà finita questa emergenza. Per l’Economia stiamo lavorando, abbiamo già adottato dei preovvedimenti, quelli che poteva adottare in autonomia. Stiamo concertando con il governo nazionale misure emergenziali. Maggioranza ed opposizione, con responsabilità e consapevoli della gravità del momento, lavorano per preparare un nuovo bilancio che speriamo di mandare in aula già la settimana prossima. La realtà nissena, quella dell’interno, soffre da tempo immemore di un forte degrado socio economico e quindi dobbiamo prestare particolare attenzione a questa realtà; quella nissena e quelle ennese che rispetto le fasce costiere sono arretrate”.
Partiti e movimenti politici chiamati a mettere da parte le beghe di bottega per unirsi e lavorare per il bene comune. “Non posso che rimarcare con soddisfazione il grande senso di responsabilità che in queste ore animano maggioranza ed opposizione. Non manca qualche stupido, qualche sciacallo, scansafatiche, ma nei molti si avverte la gravità della contigenza e la consapevolezza di operare per superare quanto prima la crisi”.
L’emergenza Covid-19 genera continue emergenze sanitarie ed economiche, la capacità di risposta delle istituzioni è messa a dura prova. Non è il momento delle ipocrisie, è il momento della sciabola e non del fioretto: “In Sicilia, forse anche altrove, gran parte delle piccole imprese lavora e acquista merci con assegni post-datati. Io ho il dovere di tutelare queste centinaia di imprese. Con l’emergenza in corso, chi ha già consegnato con assegni post-datati a trenta giorni non può pagare. Ed è chiaro che va in protesto. È contro la legge, ma in questo momento vogliamo vedere in faccia la realtà?”.
Musumeci conclude: “Mai come in questo momento è importante la comunicazione. Intanto grazie a Il Fatto Nisseno e consentitemi di salutare tutti gli amici dell’entroterra siciliano che ascoltano le mie parole. C’è tanta confusione e tanta disinformazione purtroppo. Il presidente della Regione ha il dovere di parlare alla propria gente, con assoluta chiarezza e sincerità, come io ho sempre fatto. Questa epidemia ha cambiato il volto del mondo: nessuno la prevedeva e nessuna ne può prevedere la durata”.