Blitz all’alba della polizia di Stato, a Messina, con l’arresto di 11 persone accusate di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. Le indagini, culminate oggi nell’operazione “Ottavo cerchio”, sono iniziate nel Capodanno del 2019, quando la saracinesca di una tabaccheria della zona Camaro e’ stata raggiunta da alcuni colpi di arma da fuoco. Sembrava una azione intimidatoria rivolta ai titolari a fini estorsivi.
Le attivita’ investigative della Squadra mobile hanno portato alla luce l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva, a vario titolo persone attive nel settore pubblico e in quello privato. Quattordici, in totale, i soggetti indagati, undici dei quali raggiunti da misure cautelari. Eseguito, inoltre, il sequestro preventivo del complesso di beni di una societa’ commerciale.
Nel corso delle indagini, poi, sono emersi strettissimi rapporti tra Tavilla e Antonino Bonaffini, detto “Ninetta”, imprenditore del settore ittico. I due, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, hanno orchestrato la fittizia attribuzione a quest’ultimo della titolarita’ dell’impresa “Mareblu” e di un conto corrente nonostante si trattasse di azienda e di denaro di cui Bonaffini conservasse, di fatto, piena e totale disponibilita’: societa’, utilita’ economiche ed anche un bene mobile registrato dei quali il gip ha disposto il sequestro preventivo. Altra figura centrale l’imprenditore Giuseppe Micali che, oltre a concorrere nella corruzione del funzionario del Genio civile, ha stretto un patto con Giuseppe Frigione, funzionario del Comune di Messina in servizio presso il Dipartimento Immobili Comunali, promettendo tra i 500 e mille euro in cambio dell’affidamento diretto, in somma urgenza, dei lavori di manutenzione straordinaria presso il Mercato cittadino Sant’Orsola.
Micali ha ottenuto anche l’aggiudicazione dei lavori di dragaggio nel porto di Mazara del Vallo, per oltre un milione di euro: in concorso con altri due imprenditori indagati, ha intessuto rapporti con Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio civile di Trapani, responsabile dei lavori nel porto di Mazara del Vallo. Per assicurarsi l’interessamento nella procedura di aggiudicazione definitiva dei lavori di dragaggio del porto-canale, Micali avrebbe dato a Teresi 700 euro per l’acquisto di un’Alfa Romeo d’epoca nonche’ un soggiorno gratuito presso un Hotel di Messina ed una cena per lui e per altre cinque persone presso un noto ristorante di Milazzo.
“Il sistema del compromesso, dell’intrattenere rapporti con soggetti dalla dubbia reputazione – sttolineano ancora gli inquirenti – o, addirittura, dal noto spessore criminale, avrebbero potuto, ove non immediatamente ed adeguatamente arginati, indurre le persone alla convinzione che comportamenti illeciti, quali la prestazione o la promessa dell’indebito, possano far parte di una prassi consolidata, esercitata da tutti e facendola apparire normale”. In carcere sono finiti Antonino Bonaffini, 46 anni, Giuseppe Micali, 57 anni, e Marcello Tavilla, 49 anni. Ai domiciliari Felice D’Agostino, 62 anni; Pietro Ferrante, 53 anni; Cinzia Fiorentino, 52 anni; Giovanni Francalanza, 52 anni, giuseppe Frigione, 54 anni; Giorgio Muscolino, 30 anni; Angelo Parialo’, 64 anni; Giancarlo Teresi, 62 anni. Disposto il sequestro della societa’ Mareblu, formalmente intestata a Tavilla, ma di fatto riconducibile a Bonaffini.
La corruttela e il malaffare – commentano gli inquirenti – emersi dall’indagine risultavano certamente caratterizzati da alti livelli di integrazione e di infiltrazione nell’attivita’ politica, amministrativa ed economica della citta'”. Tra i destinatari della misura restrittiva – tre di custodia in carcere e otto ai domiciliari – particolare rilievo assume la figura di Marcello Tavilla, socio di Pietro Ferrante e di un cittadino tunisino nella Blu Marine Service srl, attivita’ di import-export con l’estero di prodotti ittici. Tavilla, con il concorso di Cinzia Fiorentino e Ferrante, avrebbe intavolato un “accordo corruttivo” con Felice D’Agostino, funzionario del Genio civile di Messina, affinche’ quest’ultimo, in cambio di denaro, favorisse nell’aggiudicazione di lavori pubblici, le ditte edili degli imprenditori Giuseppe Micali e Giovanni Francalanza.
In particolare, Tavilla, Fiorentino e Ferrante, quali mediatori segnalavano a D’Agostino, per l’esecuzione di lavori pubblici, le ditte riconducibili a Micali e Francalanza, promettendo al funzionario del Genio civile 2 mila euro per ogni appalto eventualmente aggiudicato. Ancora, Tavilla e Fiorentino sono risultati coinvolti in un grave episodio di corruzione in concorso con Giorgio Muscolino (gia’ assessore comunale), amministratore del complesso di edilizia popolare “Sottomontagna”, parte del patrimonio immobiliare del Comune di Messina e gestito dall’Agenzia per il Risanamento della citta’ (A.Ris.Me.).
Difatti Muscolino, in assenza di una preliminare ed effettiva selezione, e dunque in violazione di legge, avrebbe affidato alla ditta di Tavilla i lavori per la sistemazione del parcheggio di “Sottomontagna”, percependo la somma di 400 euro corrisposta dallo stesso Tavilla e da Fiorentino. Marcello Tavilla, punto di riferimento in molteplici contesti – politici, imprenditoriali e criminali – aveva un rapporto privilegiato – cosi’ definito dal giudice nella sua ordinanza – con l’indagato Angelo Parialo’, dipendente del ministero della Giustizia, autista a disposizione di magistrati in servizio a Messina. Quest’ultimo si e’ resto disponibile per Tavilla e Fiorentino a fungere da intermediario con impiegati dell’ufficio del Tribunale di Messina deputato alla nomina di amministratori di condominio per consentire l’affidamento degli incarichi a persone vicine ai due e di beneficiare dell’eventuale assegnazione di lavori di manutenzione degli ascensori nei condomini in favore di una ditta riconducibile a Fiorentino.
Da parte sua Parialo’ ha ottenuto l’assunzione in una delle imprese di Tavilla di una persona a lui vicina e avrebbe avuto parte attiva anche nella rivelazione a Tavilla di notizie riservate in merito a indagini svolte a suo carico, diffondendo peraltro informazioni sugli spostamenti di magistrati sottoposti a tutela.