Salute

L’APPROFONDIMENTO. Coronavirus, Italia: picco sarà un ‘pianoro, ecco perchè

Redazione

L’APPROFONDIMENTO. Coronavirus, Italia: picco sarà un ‘pianoro, ecco perchè

Mar, 31/03/2020 - 18:03

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Una montagna ripida, che si staglia in verticale come l’aumento esponenziale dei casi di un’epidemia e poi arriva alla cima, il numero massimo di contagiati, e infine, non trovando piu’ corpi da infettare, crolla rapidamente tornando a valle. Questa, nello schema epidemiologico classico, e’ l’immagine grafica del “picco“, e di picco si parla da settimane anche in Italia, scrutando tutti i giorni i dati della Protezione Civile e chiedendosi, appunto, quando arrivera’.

Oggi, correttamente, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanita’ ha invece parlato di un “plateau”. Qual e’ la differenza tra i due termini? Rimanendo sull’immagine di cui sopra, si puo’ dire che se il picco “classico” e’ la cima del Monte Bianco, il plateau e’ un pianoro, qualcosa di simile ai paesaggi appenninici. Il motivo e’ semplice: il picco propriamente detto si raggiunge se un’epidemia e’ lasciata correre senza restrizioni, ad esempio nel caso dell’influenza (non considerando qui il non indifferente fatto che per l’influenza esiste un vaccino). Succede allora che il virus corra senza ostacoli se non due: i vaccinati, appunto, ma soprattutto quelli che sono gia’ guariti e quindi immuni.

Corre rapido, si inerpica (l’influenza stagionale e’ capace di contare centinaia di migliaia di casi a settimana), arriva in cima e crolla, perche’ dopo la cima non c’e’ niente, chi doveva ammalarsi si e’ ammalato. In poco tempo i nuovi casi si dimezzano e poi praticamente si azzerano. Ma l’epidemia di Covid 19 in Italia non e’ stata lasciata correre, ma ingabbiata dalle misure di contenimento via via piu’ restrittive.

Con due risultati solo apparentemente negativi: che il “picco” per l’appunto diventa un pianoro, ci si mette molto di piu’ ad arrivarci e molto di piu’ a scendere, dal momento che la belva non e’ uccisa, come nel caso dell’influenza, ma solo in gabbia, e continua a contagiare tutti i contagiabili che gli concediamo, cioe’ milioni di persone meno di prima del lockdown ma comunque un numero standard, per un periodo di tempo X. Lo stesso viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha parlato di “cupola”: ci vorranno giorni per attraversarla e tentare la discesa.

E’ esattamente questo punto ad aver ispirato la tesi del premier inglese Boris Johnson, che giorni fa, prima di sterzare decisamente verso misure piu’ simili alle nostre, sembrava preferire appunto un galoppo libero dell’epidemia per sbrigare la pratica prima. Ovviamente, l’altra faccia della medaglia e’ che il picco modello Monte Bianco ha un costo enorme in termini di contagiati e di decessi. Gia’ oggi, secondo uno studio dell’Imperial College di Londra, le misure restrittive messe in campo in Italia hanno evitato 40mila decessi.

Il che significa che mettendo la museruola al virus e frenandone artificialmente la corsa siamo riusciti a ridurre di tre quarti le morti che avremmo avuto lasciandolo libero di colpire. Senza contare i milioni di contagiati che si sarebbero registrati: il 12 marzo, quando e’ partito il lockdown, il tasso di crescita dell’epidemia in Italia era del 22%. Significa che ogni giorno rispetto al totale dei casi noti si aggiungeva il 22% in piu’. Ieri, ultimo dato disponibile, la crescita risultava del 4,1%.

Ecco perche’ il raggiungimento del picco-plateau, da cui si scendera’, come ha chiarito Brusaferro, con una certa lentezza e mantenendo altissima la guardia perche’ il virus, appunto, non e’ vinto ma solo tenuto sotto chiave, e’ esattamente lo scopo che gli scienziati che collaborano con il governo si prefiggevano. Secondo diverse valutazioni statistiche un picco incontrollato sarebbe stato raggiunto probabilmente gia’ entro i primi 15 giorni di marzo, e oggi staremmo osservando un crollo verticale dei nuovi casi. Ma le conseguenze sarebbero state drammatiche.