Salute

“La libertá di stampa é necessaria soltanto ai giornalisti che non sanno scrivere”. Diario del giorno ai tempi del Coronavirus

Italo Cucci

“La libertá di stampa é necessaria soltanto ai giornalisti che non sanno scrivere”. Diario del giorno ai tempi del Coronavirus

Mar, 31/03/2020 - 20:19

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Viviamo ormai in due mondi diversi: quello reale e quello televisivo. Nel concreto, ci si puo’ fidare (appena) dei Tg e (totalmente) delle repliche, addirittura dei loro protagonisti: l’ultimo Montalbano in replica l’ho trovato noiosetto come quello in prima visione ma ha comunque sbaragliato il campo superando i sei milioni di ascolti. La gente si fida di Lui. Che non e’ un duce ma uno che risolve i casi affidatigli. Ovvero uno che fa il suo dovere. Dovremmo stare piu’ attenti a questi “segnali”, come quello dell’amatissimo Don Matteo: vanno di moda i buoni, gli onesti, gli efficienti, i generosi. E allora, se viaggiate nell’altra tivu’, quella live, nei talk show, vi rendete conto che e’ proprio un altro mondo, una sorta di traduzione in politica e sociale degli show di lotta libera – dicesi wrestling – dove anche le belle donne (ce n’e’ in circolazione, fra le giornaliste e anche in Parlamento) diventano mostri, con occhi che schizzano dalle orbite, bocche contorte, denti famelici e, soprattutto, i lavori di rifacimento facciale che si piegano all’ardore polemico assumendo l’elasticita’ mostruosa degli eroi della Marvel. Tanto per restare in tv. Si difende come puo’, anche dagli ospiti, Barbara Palombelli, ma temo di esprimere un’ammirazione che risale ai tempi – suoi – di “Repubblica”, quando lavoravamo insieme nello stesso…condominio di piazza Indipendenza, a Roma: in realta’ il palazzo del ” Corriere dello Sport”.

Ho letto che gli spettatori di questi baracconi pseudo giornalistici vanno scemando, forse non si e’ capito che in tali frangenti, con la morte che bussa alla porta mille volte al giorno, c’e’ bisogno piu’ di serenita’ che di scalmane finto politiche dei mestieranti dell’urlo. Il noir – che funziona sempre – ve lo danno attutito in giallo, al massimo in thriller, appunto Montalbano, la Signora Fletcher, Leroy Jethro Gibbs e compagnia cantante. Gli spettatori assediati in casa, bisognosi di parrucchieri e anche di giacca-e-cravatta, hanno voglia di eleganza non troppo artificiosa, di spontaneita’ educata, di sorrisi non artefatti, di discussioni civili su problemi concreti; non ne possono piu’ di virologi fantasiosi e demagoghi ripetitivi quanto incompetenti. Renato Coen di SkyTg24, contagiato dal virus, curato all’Ospedale Sacco di Milano, guarito, ha scritto un memoriale emozionante integralmente ripreso da Google nel quale a un certo punto, mentre viene dimesso, raccoglie alcune raccomandazioni dei sanitari che lo hanno curato:”Lei che e’ della tivu’ dica ai suoi colleghi di non far parlare piú gli incompetenti che minimizzano e gli intellettuali tuttologi che non capiscono niente…”. Tempi duri anche per noi, cari colleghi. E’ l’ennesima volta che mi viene in mente una definizione del maestro Leo Longanesi da Bagnacavallo:”La libertá di stampa e’ necessaria soltanto ai giornalisti che non sanno scrivere”.