Si celebra, e mi rattrista non potere dire, “celebriamo” perchè le circostanze che stiamo vivendo ci hanno impedito di entrare nello spirito della quaresima, non avendo potuto dare vita alle solite e amate tradizioni religiose , non avere potuto dissetarci “ dell’acqua zampillante per la vita eterna” che è la parola di Dio. E tuttavia non mi è difficile cogliere la stretta “ relazione” che corre tra “ la quaresima liturgica” e la “quaresima laica “, se così posso dire, cioè la quarantena che ha costretto tutti a vivere in modo tale che sa davvero di penitenza, per le molte rinunzie e privazioni, in primo luogo quella della libertà. E soprattutto ancora, con l’ansia pungente che attanaglia segretamente il nostro animo, sopraffatto , forse, da ipotizzate situazioni di dolore, per tutte le tristi conseguenze che nascerebbero dalla presenza del morbo “velenoso” che ci opprime. E la Pasqua si avvicina, la prossima domenica sarà la giornata delle Palme, solitamente festosa, che non potremo solennizzare , come pure la settimana santa che sarà condizionata da parecchie restrizioni.
Intanto oggi nella liturgia della messa , si legge nel vangelo, il miracolo della risurrezione di Lazzaro, l’ultimo e più grande miracolo che Gesù ha fatto prima di essere crocifisso. L’amico Lazzaro è morto da quattro giorni e Gesù lo risuscita. Lui sa che si avvia verso Gerusalemme per compiere il mistero della redenzione che è di passione, morte e risurrezione. La sorella di Lazzaro si lamenta con Gesù perché non è stato puntuale a venire per evitare che Lazzaro morisse, ma Gesù ha trovato il giusto rimedio per riparare la sua creduta negligenza. Egli sarà il grande sconfitto, quasi offrendo ai suoi avversari per non credere alla sua identità e a tutto quello che Egli aveva detto. Per questo ha voluto dimostrare la sua vera identità con un segno strepitoso. Egli è il Figlio di Dio che è capace di risuscitare Lazzaro e farà ancora di più : Io sono la risurrezione e la vita. E ne darà ampia dimostrazione ancora col miracolo più grande che è la sua risurrezione , che è annuncio e garanzia della nostra risurrezione.