Salute

Coronavirus, Vittorio Feltri: meglio una nazione in ginocchio che distesa all’obitorio

Vittorio Feltri - liberoquotidiano.it

Coronavirus, Vittorio Feltri: meglio una nazione in ginocchio che distesa all’obitorio

Ven, 06/03/2020 - 09:33

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La nostra prima pagina di oggi riflette la tragica realtà: non solo abbiamo sottovalutato il nemico, ma non abbiamo ancora capito che prima viene la pelle, poi l’economia, la quale è in grado di risollevarsi velocemente.

Senza dubbio preoccupa la situazione in cui versano gli imprenditori e i lavoratori, i quali rischiano di perdere molto denaro e di mettere in difficoltà l’intero sistema che regge l’Italia. Tuttavia ficchiamoci in testa che anzitutto dobbiamo badare alla salute, minacciata in modo assai serio da questo maledetto morbo, più deleterio di quanto previsto: altro che poco più di una banale influenza, qui siamo di fronte a una infezione micidiale e capace di piegare un intero Paese. Basta guardare i dati per comprendere con quale flagello abbiamo a che fare. Addirittura gli ospedali dichiarano che mancano posti letto in numero adeguato alle necessità dettate dalla emergenza.

Virus a parte, si fa per dire, chiunque sia affetto da disturbi pur gravi non può essere opportunamente curato poiché le corsie sono sovraffollate da chi è stato colpito da Corona. Eppure varie categorie professionali premono per essere aiutate finanziariamente, in quanto gli affari non tirano più a causa del malanno cui si deve la paralisi di attività trainanti.

Ci è evidente l’austerità del problema, tuttavia facciamo notare che in vetta ai nostri timori deve esserci quello di guastare la nostra integrità fisica. Perché, se muoiono o si debilitano le persone, i conti pubblici e privati andranno definitivamente in malora e non riusciranno a risanarsi. Non ci vuole molto ad intuirlo. Meglio una nazione in ginocchio che una nazione distesa all’obitorio.

Purtroppo anni orsono il professor Monti, chiamato a palazzo Chigi per contenere il debito e rilanciare le industrie grandi e piccole, pensò di tagliare la spesa sanitaria per ben 30 miliardi, e ciò ha danneggiato brutalmente l’apparato che si occupa della salute generale. Oggi siamo in brache di tela e dobbiamo invertire la tendenza, pompando quattrini nei nosocomi nel tentativo di riportarli all’altezza del loro compito. Alla economia penseremo allorché non saremo più sdraiati a letto e riprenderemo a camminare. È preferibile avere le tasche vuote che riempire le bare.