Don Giuseppe Berardelli, parroco di Casnigo, comune di 3mila abitanti della provincia di Bergamo, ha scelto di rinunciare al suo respiratore per donarlo a un paziente più giovane, rimasto contagiato dal coronavirus. Il prete è morto negli scorsi giorni.
Il sacerdote, 72 anni, soffriva già di una grave patologia e dopo avere contratto il Covid-19 è stato ricoverato presso l’ospedale di Lovere. La comunità, una volta appresa la notizia, gli ha regalato un respiratore ma lui lo ha poi dato a un’altra persona.
Come riportato sul periodico Araberara, un operatorio sanitario che lavora nella Casa di Riposo San Giuseppe ha raccontato: «Don Giuseppe Berardelli è morto da prete. E mi commuove profondamente il fatto che lui, arciprete di Casnigo, vi abbia rinunciato di sua volontà per destinarlo a qualcuno più giovane di lui». Da sottolineare che il sacerdote non conosceva il giovane a cui ha salvato la vita, sacrificando la sua.
E Giuseppe Imberti, già sindaco di Casnigo, sempre ad Araberara, ha detto: «Era una persona semplice, schietta, di una grande gentilezza e disponibilità verso tutti, credenti e non credenti. Il suo saluto era ‘pace e bene’. Sempre cordiale e disponibile verso l’amministrazione pubblica, le associazioni e non solo quelle della parrocchia, partecipava a tutte le manifestazioni senza essere mai invadente. Alla festa dei coscritti del ‘47 non mancava mai. Perfino per le veglie funebri chiedeva prima ai parenti se fosse gradita la sua presenza, per dire la discrezione che aveva. Era amato da tutti, da Fiorano arrivavano ancora i suoi ex parrocchiani dopo anni a trovarlo. Ma aveva anche una capacità incredibile di risolvere i problemi economici, di bussare alle porte giuste per avere aiuti. Si muoveva con il suo ‘galletto’ e quel casco vecchio che sembrava quello di sturmtruppen, ha valorizzato i santuari (l’ultima grana era il tetto della Trinità…) e il recupero della sagrestia opera di Ignazio Hillipront E naturalmente il nuovo Oratorio, la sua opera maggiore che lo ha preoccupato parecchio. Un arciprete amato da tutti»
Per il sacerdote, così come per altre vittime, non c’è stato un funerale ma a mezzogiorno di lunedì 16 marzo i casnighesi si sono affacciati al balcone e lo hanno salutato con un lungo applauso, dandogli così il meritato tributo.