Quello a cui stiamo assistendo ci fa sentire tutti impotenti. Tutti ci invitano a non creare allarmismi, ma poi sentiamo dichiarazioni che, se da un canto, vogliono tranquillizzarci, dall’altro con i continui bollettini sui contagiati e le varie iniziative prese dal Governo creano ansia e preoccupazione. Ci stanno venendo a mancare quelle sicurezze e certezze che fino a ieri credevamo nessuno potesse intaccare. La maggior parte di noi è nata o cresciuta in un momento storico in continua evoluzione e crescita, siamo la generazione del “boom economico”. Dal dopoguerra infatti la società italiana, ma anche quella europea ,ha visto migliorare le proprie condizioni di vita e di benessere. Molti paesi hanno riconquistato libertà ed indipendenza, la caduta del Muro di Berlino ha reso l’Europa un continente senza più “barriere” e di conseguenza anche i cittadini si sono abituati ad un o stile di vita che li ha resi “liberi” in tutti i sensi. Oggi più che mai queste limitazioni e paure ci fanno ripiombare indietro negli anni. Solo chi ha vissuto certi periodi, come la guerra, o in paesi dove le libertà venivano negate, può capire bene ed affrontare, forse, meglio di altri e più “serenamente” certe limitazioni.
Noi siamo i“figli del benessere”, noi siamo abituati a viaggiare liberamente, ad andare a teatro, al cinema ovunque ne avessimo voglia senza preoccupazione o limitazione. Oggi tutto ciò è messo in discussione ed anche se nessuno ci vieta di uscire, certe notizie o provvedimenti, non essendoci abituati, ci mettono ansia e ci rendono fragili. Poi ci sono coloro che, in maniera diametralmente opposta, si comportano come se nulla stesse succedendo ed, eludendo le principali raccomandazioni igienico sanitarie, mettono a rischio la salute degli altri. In questo momento dovremmo essere tutti uniti e fare fronte comune, così come ha ben detto il nostro Presidente Mattarella e come giornalmente ripete il Presidente del Consiglio Conte, ma purtroppo c’è chi nell’affrontarla cerca un capro espiatorio, un colpevole, un qualcuno su cui scaricare responsabilità ed altro; che senso ha oggi, alla luce di una situazione che non sappiamo come e quando finirà, attaccare qualcuno, come se ciò potesse risolvere o alleviare la problematica. Adesso non è il tempo né di critiche, né, tanto meno, di speculazioni politiche; a mente serena e quando potremmo guardare a questi giorni, considerandoli storia passata, si faranno le giuste considerazioni ed analisi. E’ chiaro che i disagi ci sono, ci saranno e sono innegabili, come ci sono anche, in questo momento, categorie di lavoratori, soprattutto penso agli autonomi, che stanno, sin da subito, pagando un prezzo altissimo; spero che gli interventi economici messi in campo dallo stato aiutino principalmente queste categorie, che rischiano il fallimento delle loro attività con l’effetto domino che ne scaturirebbe. Vi sembrerà un’affermazione forte ma questa in fondo è come una guerra, ma a differenza di quelle che vediamo, fortunatamente, solo in televisione, dove il nemico si sa chi è e si sa da chi e come difendersi, in questa “guerra” invece il nemico è invisibile, non lo vediamo perchè può essere ovunque e cosa peggiore si nasconde dove magari meno pensiamo possa essere e dove magari riteniamo di essere più al sicuro.
Oggi, se proprio vogliamo essere sinceri, un posto sicuro non esiste; dobbiamo essere prudenti e rispettare le indicazioni che gli scienziati ci danno e, nello stesso tempo, essere bravi e forti a non farci prendere soprattutto dal panico, come ad esempio correre nei supermercati e fare rifornimenti spropositati o pieni di benzina. Dobbiamo aver fiducia nelle istituzioni, il dire incapaci o altro danneggia tutti noi, ci rende più fragili ed insicuri nella battaglia contro un nemico invisibile ed il tutto risulta essere più dannoso dello stesso Virus. Ad Maiora