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Coronavirus, il Governo vara il decreto “Cura Italia” da 25 miliardi: tre e mezzo per la sanità e dieci per il lavoro

Redazione

Coronavirus, il Governo vara il decreto “Cura Italia” da 25 miliardi: tre e mezzo per la sanità e dieci per il lavoro

Lun, 16/03/2020 - 16:32

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MILANO – Dopo una riunione di poco più di due ore, e nel mezzo di una ennesima giornata di crisi per i mercati finanziari, il Consiglio dei minsitri ha approvato il decreto “Cura Italia” che contiene le misure economiche per rispondere all’emergenza sanitaria del coronavirus. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato in conferenza dopo il Cdm esprimendo innazitutto vicinanza agli italiani “che stanno facendo enormi sacrifici per il bene comune”.

“Le misure di sostegno e spinta sono concreta dimostrazione della presenza dello Stato” nell’emergenza coronavirus, ha rivendicato Conte: “Possiamo parlare di ‘modello italiano’ non solo sanitario, ma anche come strategia economica di risposta alla crisi. Mettiamo in campo 25 miliardi di denaro fresco e attiviamo flussi per 350 miliardi: è una manovra economica poderosa”, ha detto il presidente del Consiglio. Come già spiegato dal sottosegretario all’Economia Misiani, Conte ha anticipato che in futuro ci saranno nuove misure (“un piano di ingenti investimenti, semplificazione, riduzione delle tasse”) per rilanciare il Paese: arriverà un decreto ad aprile, che – nell’auspicio del governo – dovrebbe contare anche sulle risorse che l’Europa si prepara a stanziare.

A prendere la parola, alternandosi al microfono con Conte per il “rispetto delle distanze”, è stato quindi il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha chiarito come il governo abbia usato subito tutte le risorse aggiuntive messe a disposizione per contrastare il COVID-19.


Sanità, cassa integrazione, mutui e liquidità: gli assi di intervento

Stando alle indicazioni date in conferenza stampa dai ministri, sembrano confermati i principali provvedimenti indicati alla vigilia. Gualtieri ha indicato cinque assi di intervento e ha messo al primo posto il “finanziamento aggiuntivo molto significativo per il Sistema sanitario nazionale e la Protezione civile, che vale quasi 3,5 miliardi“.

Il secondo capitolo, “che vale più di 10 miliardi”, riguarda il sostegno all’occupazione, la difesa del lavoro e del reddito “affiché nessuno perda il posto di lavoro a causa del coronavirus”. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha dettagliato che sono previste risorse per 1,3 miliardi per il Fondo di integrazione salariale e 3,3 miliardi per la cassa integrazione in deroga che andrà a coprire anche le “con un solo dipendente”.

Gualtieri ha confermato la copertura “di tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno di 600 euro peril mese di marzo”. Per gli autonomi e i liberi professionisti, ha aggiunto Catalfo, “questo primo decreto stanzia circa 3 miliardi a tutela del periodo di inattività”. E’ anche prevista la sospensione dei contributi previdenziali, per queste categorie.

Sempre nel capitolo del lavoro è prevista l’estensione del congedo parentale a 15 giorni e un voucher baby-sitter da 600 euro (1,6 miliardi stanziati con un bonus ulteriore “speciale” per il personale sanitario) per chi ha bisogno di curare i figli. Per quel che riguarda i permessi della legge 104, per il periodo marzo-aprile saranno estesi a 12 giorni (500 milioni stanziati). Confermato rispetto alle attese l’ulteriore intervento sui licenziamenti, che verranno congelati: misura che riguarda le procedure dal 23 febbraio in avanti, da quando cioè è scoppiata l’emergenza sanitaria. Per i lavoratori in quarantena, si conferma il computo del periodo di astensione dal lavoro come malattia.

Il terzo capitolo citato da Gualtieri riguarda il sistema del credito e l’agevolazione dell’erogazione di liquidità: arriva l’attesa sospensione delle rate di mutui e dei prestiti, con garanzie pubbliche (capitolo da 5 miliardi, secondo le anticipazioni).

In campo fiscale, si conferma la sospensione degli obblighi di versamento di tributi e contributi: il ministro dell’Economia parla di un differimento al 31 maggio “per le imprese che fatturano fino a 2 milioni” e anche oltre questo limite per le categorie colpite direttamente dalla crisi (turismo, trasporti, ristorazione, cinema e teatri, sport, istruzione, fiere ed eventi).

Infine, nel quinto capitolo Gualtieri anticipa misure per le categorie colpite direttamente dalla crisi: tra i settori economici citati, il trasporto merci.

Anche Alitalia nel testo. In arrivo un secondo decreto ad aprile “con fondi Ue”

Dalle agevolazioni sui mutui alla cassa integrazione in deroga, erano molti gli interventi che erano già stati anticipati nei giorni di attesa del Consiglio dei Ministri. Non sono mancate, nelle ultime ore, tensioni sul provvedimento con le diverse anime della maggioranza che hanno cercato di alimentare le risorse a favore di autonomi o partite Iva. Anche il nuovo salvataggio di Alitalia, incluso nel testo come confermato da Catalfo in conferenza stampa, sarebbe stato oggetto – secondo le ricostruzioni filtrate alle agenzie – di forte scontro.

Il decreto dà concretezza allo stanziamento di 25 miliardi che il governo aveva deciso nei giorni scorsi, ottenendo dal Parlamento il via libera ad ampliare il deficit previsto per il 2020. Inizialmente si ipotizzava di utilizzare in due riprese quelle risorse, poi – come ha spiegato Gualtieri – il governo ha optato per mettere sul piatto tutto e subito, con l’estendersi della crisi e dei suoi contraccolpi economici, dei quali è ancora impossibile avere un quadro completo. Dal resoconto dopo il Cdm, è emersa altresì la volontà di scrivere un secondo provvedimento, ad aprile, con nuove misure: “Contiamo con il lavoro europeo e con la riprogrammazione di fondi Ue di sostenere il decret- aprile cui stiamo già lavorando – l’annuncio di Gualtieri – Siamo fiduciosi di poter rafforzare ulteriormente gli interventi di sostegno all’economia e al lavoro straordinario che tutti gli italiani stanno svolgendo in questo momento”.

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