Salute

Coronavirus, contagi in Italia aumentano: oltre 1.500, 41 morti. Conte firma il nuovo decreto d’emergenza

Redazione

Coronavirus, contagi in Italia aumentano: oltre 1.500, 41 morti. Conte firma il nuovo decreto d’emergenza

Lun, 02/03/2020 - 10:46

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I numeri degli infetti da coronavirus continuano a spaventare: 528 ammalati nelle ultime ore, arrivati ad oltre 1.500 mentre, con altri 12 decessi, il numero totale dei morti sale a 41. Ma ci sono anche nuove guarigioni, che ora sono in tutto 83. L’Italia prosegue nella gestione dell’emergenza e il Conte firma un nuovo decreto per fissare linee guida per tutto il territorio nazionale. 

La misura più forte da parte del cdm per l’emergenza Covid-19 è sicuramente la sospensione delle attività scolastiche fino all’8 marzo nelle regioni “cluster”. I numeri dei contagi continuano a crescere e il bollettino delle persone attualmente positive al virus registra un’accelerazione del 50%.

Le persone stiano ad almeno un metro di distanza – Numeri mitigati dal dato secondo cui la metà dei soggetti ha per fortuna sintomi lievi o assenti. E con il provvedimento appena entrato in vigore in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, a Savona e Pesaro-Urbino si introduce la regola “droplet”, affinché venga garantita la distanza tra le persone di almeno un metro l’una dall’altra in tutti i bar, ristoranti, pub, negozi, musei e chiese. In questi luoghi l’apertura di locali pubblici è ora “condizionata” a modalità che evitino assembramenti.

I sindaci non possono bloccare il decreto – Una misura proposta dagli stessi governatori delle tre Regioni ma ritenuta “difficilissima da applicare” da parte di alcuni sindaci, come quello di Crema, Stefania Bonaldi, per la quale “non è spiegato quale Autorità debba garantirne la corretta applicazione” e “questo comporta gravissimi problemi”. Qualsiasi provvedimento dell’esecutivo sul Covid-19 sarà comunque inappellabile da parte di altri enti, soprattutto alla luce della norma contenuta nell’ultima bozza del decreto legge approvato venerdì scorso e secondo cui sono “inefficaci” tutte le ordinanze dei sindaci in materia di Coronavirus in contrasto con le misure prese dal governo. Per fermare iniziative fuori asse, si prevede che dopo “l’adozione delle misure statali di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 non possano essere adottate e sono inefficaci – recita la norma – le ordinanze sindacali contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali”.

Stop agli eventi sportivi – In quelle stesse regioni anche gli eventi sportivi di ogni ordine e disciplina, come ad esempio alcuni match della serie A di calcio, saranno sospesi fino all’8 marzo.
Sarà però consentito lo svolgimento delle competizioni a porte chiuse. Inoltre, è fatto divieto di trasferta ai tifosi residenti nelle stesse regioni e province per la partecipazione ad eventi e competizioni sportive che si svolgono nelle restanti parti d’Italia. 

E anche il Friuli Venezia Giulia, sulla scia di quanto già stabilito per le tre regioni cluster nel Dpcm, ha prorogato la sospensione delle attività scolastiche per un’altra settimana sette giorni con un’ordinanza del governatore, Massimiliano Fedriga. Nella Regione si sono registrati nuovi casi di contagio nelle ultime ore.

Restano isolate le “zone rosse” – Pugno di ferro nelle zone focolaio. Nelle scorse ore sono diciotto i denunciati pizzicati dalle forze dell’ordine – in Provincia di Lodi – che hanno cercato di eludere i controlli: alcuni cercando di andare in esercizi pubblici uscendo fuori dal territorio, altri tentando di entrarvi per andare a trovare parenti. Nelle ultime ore, ad essere off limits con un provvedimento senza precedenti nella Capitale dall’inizio dell’emergenza, è anche una chiesa di San Luigi dei francesi a Roma, in pieno centro storico, chiusa “per misure precauzionali” e “fino a nuovo ordine”, dopo il contagio di un prete della diocesi di Parigi: il sacerdote era passato nella chiesa di Caravaggio.

Paura in Francia, chiuso il Louvre – La situazione italiana è studiata anche dagli Paesi europei che si trovano ora faccia a faccia col coronavirus. Parigi chiude anche il museo più visitato al mondo: i portoni del Louvre sono rimasti sbarrati per tutto il giorno, domenica, lasciando centinaia di turisti per ore in fila in piedi sotto la pioggia davanti agli ingressi. In una Francia che sembra avvitarsi sempre di più nella spirale dell’epidemia e che con i suoi 130 casi registrati è ormai uno dei principali punti focali del contagio in Europa. Mentre l’allarme, che intanto continua a isolare sempre di più l’Italia dal resto del mondo,si allarga in altri Paesi del Vecchio Continente come la Germania, la Gran Bretagna e la Spagna, dove c’è anche il primo contagiato famoso: lo scrittore cileno Luis Sepulveda.

Louvre bloccato dai dipendenti – A trattenere i visitatori fuori dal museo più noto della capitale francese sono state le preoccupazioni di chi ci lavora. I dipendenti hanno esercitato un diritto garantito loro dalla legge francese, in base al quale si può non andare al lavoro se questo rappresenta un pericolo grave per la vita o la salute, dopo che sabato il governo di Parigi aveva annunciato la
cancellazione di tutti i raduni con oltre 5.000 persone in spazi ristretti.

Gli Usa ci isolano: fermati tutti i voli – Iniziano a vedersi intanto le prime conseguenze concrete della decisione presa dagli Stati Uniti, che nel fine settimana hanno innalzato l’allerta nei confronti dell’Italia. Washington ha invitato a evitare i viaggi verso le zone focolaio di Lombardia e Veneto e a riconsiderare in generale gli spostamenti verso il nostro Paese. Le compagnie aeree statunitensi American Airlines e Delta hanno dunque sospeso tutti i voli per Milano sino al primo maggio. Una scelta seguita anche da altri: la Turkish Airlines ha annunciato di avere cancellato i collegamenti per tutta l’Italia e anche l’Uzbekistan ha sospeso tutti i voli.

Gli italiani trattati come appestati – Il tutto mentre non smette di allungarsi la lista degli Stati che chiudono le frontiere o impongono restrizioni a chi arriva in Italia. L’ultima è stata l’Arabia Saudita: come già deciso in precedenza da Israele, Seychelles, Mauritius, Giordania e Iraq, anche Riad ha vietato l’ingresso ai passeggeri con visto turistico dai Paesi con casi confermati di coronavirus. In Qatar i passeggeri dall’Italia con sintomi saranno trasferiti in ospedale per accertamenti. Bangladesh e Vietnam hanno deciso per quarantene obbligatorie. E si fa sempre più nutrito anche l’elenco dei Paesi dove i primi contagi sono italiani o persone rientrate dall’Italia: da ultimi e’ toccato alla Repubblica Ceca, con tre casi di persone che erano state nel nostro Paese, e alla Repubblica Dominicana, dove risulta contagiato un connazionale, un 62enne di Pesaro.

Nel resto d’Europa salgono il numero dei contagi e, in parallelo, la preoccupazione delle istituzioni. Nel Regno Unito, dove al momento sono stati registrati 23 contagi, il premier Boris Johnson presiederà per la prima volta lunedì una riunione del comitato d’emergenza “Cobra”. Per contenere l’epidemia si tengono aperte “tutte le opzioni”, ha sottolineato il ministro della Salute Matt Hancock. I test sono saliti ormai a quasi 12.000 (circa 1000 al giorno negli ultimi giorni) e a destare inquietudine è in particolare il fatto che due delle ultime persone contagiate lavoravano in una scuola elementare e in una scuola materna in Inghilterra. Entrambe le strutture sono state chiuse temporaneamente per precauzione e per essere sanificate.

In Spagna sono invece saliti a 32 i casi di persone contagiate. Tra loro c’è anche Luis Sepulveda. Lo scrittore settantenne, residente nelle Asturie, ha presentato i primi sintomi nei giorni scorsi, insieme alla moglie Carmen Yanez, due giorni dopo essere tornati da un festival letterario in Portogallo. E la Germania ha visto oggi salire il suo bilancio di casi a 117. Una conta che si aggiorna di ora in ora mentre nel mondo si registrano quasi 3 mila vittime, 87.400 contagiati e – unica consolazione – oltre 42.500 guariti.

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