Ve lo sareste mai immaginato che un luogo di Vallelunga è nato, si è sviluppato – e tuttora esiste – affondando le sue radici nel pieno Settecento? Fu effettivamente il “secolo d’oro” per la Vallelunga sacra e non! Innanzitutto i Papé duchi di Prato Ameno: cinque generazioni di veri e propri innamorati del paese di cui si presero cura in diversi modi. La chiesa Madre ne conserva tanti ricordi, il Monte Frumentario da loro fondato ha salvato per un secolo dalla rovina tanti contadini, la loro predilezione per i paesani cui affidare feudi, giustizia, riscossioni di canoni ha fatto il resto in termini di crescita (e differenziazione!) sociale. Poi veniamo a scoprire di Ignazio Papè che, in pieno illuminismo, fonda una nuova chiesa, al culmine dell’attuale via Cavour, una trovata urbanistica di grande effetto. Fornì il progetto, acquistò case e la dotò di rendite. Suo fratello ed erede, se possibile ancora più innamorato di Vallelunga, era un sacerdote: l’abate Tommaso Maria Papè, sepolto qui a Vallelunga come da sua volontà testamentaria. Deve essere qui ricordato per aver dato vita – nel 1776 – ad un convento di religiose attuando i dettami del Cardinale Pier Marcello Corradini e assecondando il desiderio del vallelunghese Domenico Pizzuto. Così poco dopo fecero ingresso nel nuovo istituto le Suore della Sacra Famiglia.
Questo complesso, chiamato da noi “Armi Santi” (perché la chiesa è stata inizialmente dedicata alle Anime Sante del Purgatorio) narra una storia interessantissima e avvincente fra rettori, confessori, direttori spirituali. Il collegio, poi, ha avuto una vicenda così coinvolgente fra sequestro da parte dello Stato, crollo di una parte dell’edificio, acquisizione privata e infine ritorno alla chiesa (operazioni macchinate a bella posta dai nostri antenati che si fecero così beffa delle leggi sulla manomorta ecclesiastica) che sembra un romanzo pieno di colpi di scena!In particolare, proprio la storia del collegio può essere interpretata come paradigma della storia degli ordini religiosi e delle corporazioni laiche di Vallelunga. Giusto per ricordarceli riporto che gli ordini religiosi sono stati ben cinque: arrivarono prima di tutti i Frati Minori Cappuccini di San Francesco dal vicino convento di San Giovanni Gemini (1738), poi le Suore della Sacra Famiglia (1784) sostituite dalle Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù (1919) e infine, nel 1960, le Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore e la Congregazione del Boccone del Povero. Pensate, tutte quante hanno una storia di inserimento nella nostra comunità e di designazione di sede che si intersecano le une con gli altri! Per citare invece gli ordini laici, l’elenco comprende il Terz’Ordine di San Francesco, la Pia Associazione della Guardia d’Onore, la Pia Associazione del Cenacolo Permanente, la Pia Unione del Cuore Immacolato di Maria, il Terz’Ordine Domenicano (oggi Fraternita Laica di San Domenico). Fra le mura del collegio vi hanno avuto sede l’Asilo d’Infanzia (esattamente “Pio Istituto Educativo”), le Cucine Economiche ed il Pane di Sant’Antonio, la Pia Unione delle Figlie di Maria e la Cassa Rurale Loretana.
Due parole sulla sirena: la commissione laica che amministrava il Collegio concesse, già dai verbali del 1909 (ribadito nel 1912), una servitù di passaggio al comune che vi aveva installato l’orologio a sue spese. Nel 1958 alla fine di alcuni lavori di ristrutturazione, la ditta di Giovanni Correnti provvide ad istallarvi una sonora sirena. Sia che si tratti della nostra sia che si tratti di quella citata da Omero nell’Odissea, sempre con l’appetito ha a che fare: quello di Ulisse era di tutt’altro genere (e si fece pure legare all’albero della nave!), quello nostro è vero e proprio languore perché quel suono da più di sessant’anni cadenza le nostre giornate nei tre momenti cruciali della colazione, del pranzo e della cena. E quasi non sorgerebbe l’acquolina in bocca senza quel suono cui i nostri timpani sono cosi abituati!
Potete adesso immaginare come due appassionati come Francesco Novara e il sottoscritto si siano buttati a capofitto in tutte queste vicende! Lavori di ristrutturazione, cappelle che ruotano nell’intitolazione, la stessa chiesa che cambia titolo con la Madonna del Carmelo, collegine invitate, collegine sfrattate, domenicane che arrivano, domenicane che abbandonano. E poi, le testimonianze artistiche: importantissimi sono i simulacri e i quadri che vi sono in chiesa! Tre tele sublimi di Giuseppe Carta (Anime Purganti, Madonna della Mercede e Madonna del Carmelo) oltre a belle immagini settecentesche che hanno tuttora il sapore di particolare predilezione per il bello. Simulacri di una certa rilevanza, fra cui quello di San Michele Arcangelo, nientedimeno che opera di Francesco Biangardi e la tenerezza di quello che rappresenta la Madonna del Carmelo.Anche in questo caso non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di proporre una guida turistica con le schede che descrivono le singole opere d’arte che vi sono contenute. E stavolta non solo la passione di entrambi (la competenza di Francesco Novara Collura che in storia dell’arte – e di arte sacra in particolare – è imbattibile, unita alla mia personale irrefrenabile curiosità) ma anche la bella e profonda presentazione di Riccardo Dentico e le foto di Elia Chimera hanno prodotto il sesto volume della collana di studi paesani dedicata alla storia di Vallelunga. Un tassello che mancava e che ci fa piacere condividere con chi vorrà approfondirlo!
Alessandro Barcellona