CALTANISSETTA – Venerdì 13 marzo è indetta una Giornata Diocesana di digiuno, preghiera e penitenza per invocare dal Signore grazia e protezione per tutta l’umanità colpita dalla virale calamità del coronavirus.
Così si legge al punto 5 delle Disposizioni che il Vescovo di Caltanissetta, Mons. Mario Russotto ha emanato il 9 marzo u.s. dopo l’ultimo, più restrittivo decreto del Consiglio dei Ministri, con il quale sono state sospese anche le celebrazioni religiose pubbliche su tutto il territorio nazionale.
La Giornata di digiuno Diocesana si potrà vivere seguendo le
norme previste dal Codice di Diritto Canonico in Quaresima (Mercoledì delle
Ceneri e Venerdì Santo) e indicate nella Costituzione Apostolica Paenitemini di Paolo VI. L’obbligo del
digiuno inizia a 18 anni compiuti e termina a 60 anni e prevede l’astinenza
dalle carni ed un solo pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere
un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi alle consuetudini locali
approvate. L’acqua e le medicine sia solide sia liquide si possono assumere
liberamente.
Nel clima di grande preoccupazione e crescente disorientamento di questi giorni che vedono il nostro Paese colpito dall’epidemia del coronavirus, con sacrifici che per i credenti prevedono l’impossibilità di cibarsi dell’Eucarestia, la Chiesa nissena desidera offrire, anche con la Giornata Diocesana del 13 marzo, un’occasione per vivere la Comunione spirituale con il Signore e con i fratelli, che alimenti con la fede la speranza di tutti e sostenga chi si sta generosamente adoperando in aiuto dei più deboli.
Il digiuno, la preghiera e la penitenza, sono esperienze fondative della spiritualità in tempo di Quaresima, e già nel Messaggio “La cripta di luce” del nostro Vescovo Mario, che in queste difficili giornate ci viene riproposto per una rinnovata lettura e meditazione, sono state analizzate e sintetizzate in quattro percorsi da mettere in pratica in questo tempo forte: il digiuno dello sguardo (non guardare con occhio cattivo o possessivo e riacquisire purezza educando gli occhi), il digiuno dell’udito (astenersi dal prestare ascolto alle chiacchiere e ai pettegolezzi), il digiuno della lingua (astenersi dal dire-male, dal male-dire, dal mormorare, dal giudicare, uccidendo gli altri con le parole) e il digiuno del cuore (liberarlo da rancore, odio, risentimento, gelosie, invidie, calunnie e maldicenze).
Nella giornata diocesana di Venerdì 13, dedicata al digiuno, alla preghiera e alla penitenza, i fedeli possono scegliere di accompagnare il sacrificio alimentare mettendo in pratica o potenziando uno in particolare o più di questi percorsi di digiuno spirituale.
“Il digiuno è l’esercizio dell’amarsi – si legge ne La cripta di luce – è educazione allo spirito di sacrificio; è autocontrollo nei pensieri, nelle parole e nelle azioni; è disciplina del desiderio e della libertà da gratificazioni e riconoscimenti. Il digiuno ci educa a desiderare quello che Dio desidera per noi!”