Salute

Agrigento, chiese chiuse. Cardinale Montenegro: “Ok a messe su facebook”

Redazione

Agrigento, chiese chiuse. Cardinale Montenegro: “Ok a messe su facebook”

Ven, 13/03/2020 - 13:00

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Chiusura al pubblico e ai fedeli delle chiese nella diocesi di AGRIGENTO per contrastare la diffusione del coronavirus. Lo ha deciso l’arcivescovo, cardinale Francesco Montenegro, “in ottemperanza alle disposizioni delle autorita’ civili e alle indicazioni della Conferenza episcopale italiana”. “Seguiamo con costante apprensione quello che sta vivendo il nostro Paese – dice Montenegro in un messaggio -. Viviamo un’emergenza sanitaria gravissima e non sappiamo ancora fino a quando. In questa situazione di difficolta’ la comunita’ cristiana sta dando buona prova di se’ rispettando le indicazioni e, soprattutto, intensificando la preghiera personale – aggiunge -, ci sentiamo tutti responsabili del bene prezioso della salute nostra e altrui.

In questa linea siamo chiamati a fare ancora qualche dolorosa rinuncia”. L’arcivescovo di AGRIGENTO spiega: “Da qualche ora la Cei sta indicando a tutte le diocesi di tenere chiuse le chiese e i luoghi di culto. Finora, potendo uscire, abbiamo avuto la possibilita’ di entrare nelle nostre parrocchie e di rivolgere al Signore preghiere per noi e per quello che stiamo vivendo. Da oggi e sino a nuove disposizioni, in ottemperanza delle indicazioni della Cei, dispongo che rimangano chiuse al pubblico le chiese parrocchiali e non parrocchiali e in generale gli edifici di culto di qualunque genere”.

E ancora: “Ci sembra doveroso e responsabile dare un segnale che mostri coerenza con quello che il Paese sta vivendo. Se scegliamo questa ulteriore misura e’ solo per tutelare la salute nostra e dei nostri fratelli e per evitare che il sistema sanitario vada in tilt. So che molti sacerdoti si stanno organizzando con dirette Facebook o altro – continua Montenegro -. Mi sento di incoraggiare questi sforzi e di valorizzarli nel migliore dei modi. Tutti potete avere la certezza che i sacerdoti continueranno a esercitare il loro ministero”