MUSSOMELI – Sotto un cielo livido che a tratti scaricava grandine e nevischio , con la tramntana che fischiava gelida, ieri in tanti si sono stretti al dolore dei familiari di Michele Noto, carnefice e vittima egli stesso di un attimo di lucida follia finita nel sangue. Famiglie distrutte, futuro annientato. Gremito il Santuario Maria SS. dei Miracoli , col sindaco Giuseppe Catania in prima fila, con l’assessore Seby Lo Conte, che hanno dato il proprio cordoglio agli affranti familiari: il papà, la mamma, la sorella, la nonna. Insieme al rettore, don Francesco Miserendino, hanno concelebrato altri cinque sacerdoti: Liborio Franzù, Calogero Mantione, Valdecir Zanata, Francesco Mancuso, e l’Arciprete di Acquaviva don Rosario Castiglione. Già al momento dell’atto di dolore, il rettore ha richiamato la necessità di chiedere perdono per le tante parole e i commenti di questi giorni a cui in tanti si sono lasciati andare .
Poi, durante l’omelia ha usato metafore sportive e ha richiamato il vangelo delle beatitudini a ricordare a tutti la moderazione, soprattutto nel dare giudizi. “Il cristiano è l’atleta di Dio. Svolge un’attività per raggiungere determinati obiettivi e lo fa col proprio cervello, con caparbietà, con sacrificio, con rinunce. Svolge un’attività fisica per raggiungere determinati obiettivi che di giorno in giorno servono per migliorare le proprie prestazioni. Deve seguire allenamenti, Diete, prescrizioni, altrimenti le prestazioni falliscono. Pertanto la vita dell’ atleta è una vitaccia, come deve essere quella del cristiano, basta un niente per mettere a soqquadro tutto”.
Poi parlando delle beatitudini ha aggiunto “In sintesi qui troviamo la scheda per gli esercizi dell’anima. Beati sono i poveri di spirito che posseggono il mondo ma non sono posseduti dalle cose. E beati sono i miti, ovvero coloro che non classificano le altre persone dal loro modo di vestire né dal loro modo di vivere o dai sentimenti che provano. I miti guardano alla persona per quella che è, al di là del suo modo di parlare e di vestire. E pertanto non si lasciano andare a giudizi temerari ne ai crocicchi delle strade ne sui social network . Il cristiano vuole il bene della persona. E non si mostra con arroganza, o con il giudizio prepotente. Si condanna il peccato ma si deve aiutare il peccatore” (FONTE LA SICILIA : Roberto Mistretta)