Salute

Migranti,”il Cpr di Caltanissetta va chiuso”: l’appello di “lasciatecientrare”

Redazione

Migranti,”il Cpr di Caltanissetta va chiuso”: l’appello di “lasciatecientrare”

Ven, 28/02/2020 - 16:47

Condividi su:

Vetri rotti, bagni non funzionanti, letti con la base in cemento pieni di umidita’ e assistenza sanitaria scarsa e tardiva. Sono alcune delle gravi condizioni in cui sono costretti a vivere i 19 migranti dentro il Cpr (Centro per il rimpatrio) di CALTANISSETTA. A chiedere con forza la sua chiusura ed il riconoscimento dei diritti delle persone sottoposte a questa detenzione e’ la campagna nazionale LasciateCIEntrare. Nonostante, infatti, lo scorso gennaio sia morto dentro la struttura il giovane tunisino Aymen di 34 anni, la situazione non e’ cambiata.

Secondo le informazioni raccolte da LasciateCIEntrare le 19 persone, tutte molto giovani, provenienti da Gambia, Ghana, Senegal, Tunisia e Marocco sono controllate e seguite da uno staff di 80 persone tra operatori di vario livello e polizia. “Nonostante ci sia stato negato da sempre l’accesso, siamo in contatto con alcuni dei 19 ‘reclusi’ che ci dicono come le condizioni di permanenza dentro la struttura siano pessime e possano considerasi davvero ‘inumane e degradanti’ – sottolinea la referente nazionale della campagna LasciateCIEntrare Yasmine Accardo (nella foto) -. Sono persone che soffrono il freddo a causa delle finestre rotte e dei letti in muratura con materassi sottili pieni di umidita’ e coperte leggere non adeguate alla stagione. A questo si aggiungono i bagni rotti e l’acqua fredda.

La cosa altrettanto grave e’ che non vengono seguiti tempestivamente dal punto di vista sanitario. Chiediamo, pertanto, con forza che il centro venga chiuso perche’ e’ in condizione di forte degrado gia’ da aprile 2019. Anche il sindacato di polizia aveva sottolineato l’inadeguatezza della struttura anche per quanto riguardava le fognature”. “Nessuno dice loro quanto devono ancora permanere e di conseguenza quale sara’ la loro sorte – continua Yasmine Accardo -. Viviamo anche un momento molto difficile perche’ notiamo purtroppo l’indifferenza e la mancata disponibilita’ ad affrontare il tema da parte dei parlamentari italiani. Proveremo anche a coinvolgere gli euro-parlamentari.

Queste 19 persone, alcune delle quali ci stanno da oltre 6 mesi, devono attraverso l’assistenza legale, avere riconosciuti i loro diritti, anche a partire da un foglio di via. Sono persone molto provate psicologicamente, stanche di questa detenzione amministrativa di tipo punitivo e repressivo e vittime di un trattamento inumano e degradante. Il sistema che e’ stato creato sta facendo crescere a dismisura tanti invisibili irregolari la cui violazione continua dei diritti umani non interessa a nessuno”.

“Nei giorni scorsi, di notte all’improvviso la polizia – racconta ancora Yasmine Accardo – e’ entrata nel Cpr di CALTANISSETTA per effettuare dei rimpatri a sorpresa di alcuni reclusi, che hanno iniziato una protesta per evitare la deportazione. Tra loro c’era un cittadino tunisino, S., da poco arrivato a Lampedusa e che, come tanti, non ha nemmeno avuto il tempo di chiedere i suoi diritti che e’ stato subito trasferito al Cpr. Durante la protesta, la polizia si e’ scagliata con violenza sui manifestanti e, in particolare contro S., buttandolo a terra e determinando gravi ferite alle gambe ed alla caviglia. Nonostante il dolore e la richiesta di soccorso, soltanto dopo le proteste degli altri reclusi, il giovane e’ stato condotto in ospedale per poi essere ‘ributtato’ nel centro. I compagni hanno ricominciato a protestare pretendendo un trattamento adeguato alla sua condizione di salute poiche’ nel centro non vi e’ mai stata adeguata assistenza sanitaria”.

“Ricordiamo che questo Cpr doveva essere chiuso in gennaio, per lavori di ristrutturazione, poiche’ in condizioni di inagibilita’ e di invivibilita’. La ristrutturazione e’ inutile, ovviamente, riteniamo, infatti, che i Cpr vadano chiusi tutti a prescindere, perche’ restano luoghi di segregazione su base etnica di persone che non hanno commesso reato. L’unico abuso, a nostro avviso, continua ad essere quello di un sistema fallimentare nella regolarizzazione delle persone che abitano il nostro territorio. Un sistema che nasconde i suoi crimini contro l’uomo e che continua a restare impunito”. Il tema dei Cpr e di tutte le forme di detenzione amministrativa avvenute negli ultimi 20 anni verra’ affrontato domenica prossima presso l’Arci Porco Rosso di Palermo. Il 1 marzo, dopo un’assemblea prevista per le ore 11, per l’occasione, alle 16.30 verra’ presentato dai referenti della campagna LasciateCIEntrare e da tutta la rete antirazzista siciliana il libro “Mai piu'”. (www.redattoresociale.it)