Il senatore Luigi Arnone ci ha lasciati alla soglia dei cento anni che avrebbe compiuto il 14 novembre 2021. Era nato il 14 novembre del 1921 a Serradifalco dove trascorse la prima infanzia. Trasferitosi a Caltanissetta, frequentò il liceo classico “Ruggero Settimo”. Si iscrisse a lettere classiche presso l’università di Palermo, ma mentre frequentava il primo anno venne cooptato come Ufficiale dei Bersaglieri per la seconda guerra mondiale. Farà ritorno solo nel 1947, dopo aver partecipato alle campagne di Albania e d’Africa per la quale ottenne una croce al valore, dopo anni trascorsi in un campo di concentramento negli Stati Uniti.
Iniziò ad insegnare nel 1948 ed è in veste di docente che partecipò, con altri docenti di tutta Italia, ai primi esperimenti che porteranno alla riforma della Scuola.
Iniziò il suo percorso politico come indipendente di sinistra nel Partito Socialista e nelle liste del Partito sarà eletto Senatore della Repubblica per due legislature. La V (elezioni il 19 maggio 1968) e la VI (elezioni il 7 maggio 1972).
Durante la V legislatura fu Segretario del Gruppo del Partito Socialista dal 5 luglio 1968 al 24 maggio 1972; ha fatto parte della sesta Commissione permanente (istruzione pubblica e belle arti) dal 5 luglio 1968 al 27 ottobre 1970, dell’ottava Commissione permanente (Agricoltura e Foreste) dal 28 ottobre 1970 al 24 maggio 1972 e della Commissione permanente per le questioni regionali dal 26 luglio 1968 al 5 ottobre 1961.
Durante la VI legislatura fu membro della quarta Commissione permanente (Difesa); dal 4 luglio 1972 all’11 ottobre 1973 e dell’ottava Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) dal 12 ottobre 1973 al 4 luglio 1976.
Fu anche nominato Segretario della Presidenza del Senato per la quinta legislatura dal 13 maggio 1970 al 24 maggio 1972 e per la sesta legislatura dal 26 maggio 1972 al 4 luglio 1976. Conclusa l’esperienza parlamentare, dopo alcuni anni si ritirò a vivere a Palermo dove è deceduto il 14 febbraio.
Intervistato da un giornalista nisseno, Luigi Arnone volle soffermarsi sui ricordi della sua giovinezza, nuovi per chi lo conosceva come docente e come uomo politico.
“A Pola, in Istria, città ormai non italiana, esisteva la Scuola Allievi Ufficiali dei Bersaglieri famosa anche perché, unica al mondo, non consentiva l’uso delle scale. Si accedeva alle camerate attraverso le ampie finestre (a 15 metri dal suolo) da cui pendevano grosse funi, che ci consentivano di salire e scendere almeno otto volte al giorno anche con armi e bagagli. A questa Scuola fui mandato a 19 anni appena compiuti e dopo due esercitazioni e lunghe pedalate su biciclette a rocchetto fisso e pesanti sui 30 chili; alla fine fui promosso Sottotenente dei Bersaglieri.
Fui subito mandato in Albania a combattere contro i Greci e poi in Bosnia ed Erzegovina, in Tunisia, dove prima a nord contro i francesi di De Gaulle fu facile sbaragliarli, ma poi a sud oltre Gabes dovemmo scontrarci contro i marines americani del Gen. Patton, che con tonnellate di munizioni e forze fresche venivano ad affrontare noi e i tedeschi reduci di El Alamein ormai esausti e in difficoltà di cibo e di munizioni. La lotta era impari sicché dopo alcuni scontri, in cui persero la vita tanti poveri compagni, fummo circondati e in molti feriti e catturati. Ci portarono in America, nei campi di concentramento prima a Crossville nel Tennessee e poi in Arkansas.
Dopo 33 mesi, finita la guerra, ci riportarono in Italia. Era dicembre del 1945.
Caro amico, poiché ha avuto la amabilità di interessarsi della mia vita e poiché la vita non è fatta solo di azioni, ma anche di pensieri e di sentimenti, mi vien voglia di confessarLe l’amarezza che provo quando in televisione sento e vedo che un soldato in Afganistan, morto magari perché saltato su una bomba, viene riportato in Italia per ricevere straordinarie esequie alla presenza di tutte le autorità civili e militari e sepoltura degna di un eroe. Causa della mia amarezza non è certo la disapprovazione di tutto ciò, ma il ricordo che i morti che vidi a centinaia sui vari fronti di guerra, furono inumati in fretta, ricoperti con poca terra perché in battaglia non ci si può fermare, e si va avanti, se il nemico arretra o si indietreggia per cambiare tattica se il nemico avanza.
E la mia amarezza si consolida pensando al Foscolo, uno dei poeti a me più cari: egli afferma che si vive anche da morto quando, ancora in vita, si sa che un sepolcro può richiamarne la memoria.
Ma allora tutti noi eravamo certi che da morti ci attendeva solo una zolla di terra!!! L’’illusione foscoliana’ che spesso sorregge la nostra vita non aveva accesso allora ai nostri cuori!
E per oggi basta. Mi dica, per favore, anche Lei ‘basta’ se si è stancato di sentire tante inutili ‘storie.
Caro amico, dalla sua ultima e-mail emerge la meraviglia che avverte quando nota che io mi soffermo molto sulle vicende della mia giovinezza. E le scappa una espressione che mi ha colpito, quando dice presso a poco: ‘ma cosa contano quegli episodi per uno che è stato senatore!’. E allora debbo ribadire che la vera ‘eccezionalità’ della mia vita, nel senso di una storia non facilmente riproducibile oggi, è proprio quella che le ho raccontato.
Non è stato poi eccezionale fare al liceo classico il professore di latino e greco o di italiano e latino. (Anche se il giudice Giuseppe Ayala, mio ex alunno – come tanti altri professionisti nisseni – ed ex senatore, quando mi incontra nel ‘transatlantico’ di Palazzo Madama esclama ad alta voce: ‘Ecco tra noi il mitico professore Arnone!’.
Non reputo eccezionale essere stato in sede locale Presidente dell’IACP e del Lion’s club e in sede nazionale Consigliere dell’ANIACAP e soprattutto Presidente per tre anni del prestigioso Premio Marco Aurelio consegnando medaglie ad attori e attrici di cinema e di teatro molto famosi e ben selezionati.
E non reputo neanche eccezionale essere stato senatore (anche se per due legislature non sono stato semplice senatore, e cioè non sedevo non sedevo nell’emiciclo con gli altri 295 senatori, ma essendo stato eletto per ben due volte membro del consiglio di Presidenza del Senato nel ruolo di Segretario, il mio posto era alla destra dei Presidenti, prima Amintore Fanfani e poi Giovanni Spadolini).
Eccezionale trovo che un giovane si interessi della vita di un novantenne ormai malfermo e pieno di acciacchi. Ma ciò denota – e qui sta l’eccezionalità! – che Lei non appartiene alla gran parte della ‘gioventù bruciata’ contemporanea, priva di interessi che non siano lo smartphone o il motorino e capace per un anno intero di evitare la lettura di un libro!
Complimenti e un caro abraccio da Luigi Arnone».
Resta da accennare brevemente alla sua attività parlamentare e, in particolare, ai suoi interventi in materia legislativa. I temi da lui affrontati sono attinenti alla sua professione di docente e alla particolare sensibilità di un socialista nei riguardi delle questioni sociali. Segnaliamo alcuni di questi interventi:
13 novembre 1968: La nostra lotta per l’urbanistica: Il senso della pianificazione urbanistica sia quello di incanalare lo sviluppo edilizio e di favorirne l’espansione in direzione dei ceti meno abbienti.
27 marzo 1969: La riforma degli esami (Obbiettivi e falsi s copi): Arnone sostiene la proposta di riforma dell’esame di maturità che prevede l’eliminazione della seconda sessione e la riduzione delle materie.
29 gennaio 1969: Amministrazione della giustizia: Mozione n. 7 per invitare il governo a risolvere i problemi relativi all’organico. Interpellanza n. 50 sulla situazione degli uffici giudiziari della provincia di Caltanissetta.
14 gennaio 1970: Edilizia economica e popolare: a sostegno dell’intervento pubblico per incentivare l’edilizia economica e popolare.
15 gennaio 1971: La riforma universitaria: si dichiara favorevole alla riforma, in particolare all’istituzione dei dipartimenti.
29 novembre 1972: Obiezione di coscienza. Problema di libertà: si dichiara contrario al ‘modo diverso’ di soddisfare all’obbligo del servizio militare da parte dell’obiettore. La legge non sia punitiva.
La Società Nissena di Storia Patria ricorda, commossa e reverente, la figura del senatore Luigi Arnone per aver espresso un’idea di politica nobile ed alta, non litigiosa e settaria; e anche per avere sperimentato la sua nobiltà d’animo con la donazione di migliaia di libri alla Biblioteca delle Biblioteche “Mario Arnone” che la Società sta realizzando.
Ricordiamo che i funerali del senatore Arnone si terranno lunedì 17 febbario, alle ore 10 nella chiesa di San Michele di Caltanissetta.