I MIEI RACCONTI BREVI
Per quale oscuro motivo mi ritrovo con tre loschi figuri, del calibro di Totó Di Mauro, Giacomo Lo Presti e Matteo Lo Presti, dentro l’abitacolo di una quattro ruote, piacevolmente (si fa per dire) in viaggio, alla volta di Palermo? Presto detto.
Siamo diretti nel capoluogo siciliano per assistere al concerto di tale Ron Carter, contrabbassista ottantaduenne che negli anni ‘60 fu componente del quintetto di fenomeni di Miles Davis, considerata la migliore formazione della storia del jazz.
Ma com’è potuto accadere tale misfatto?
Rinunciare alla finale di Sanremo e relative “minchiunati” per un “palloso” concerto jazz? Inammissibile, c’è da restare basiti.
Ricevere la missiva, in cui mi invitava, da parte di Giacomo, mi ha fatto specie, ma non del tutto, poiché andando a ritroso nel tempo mi riaffiorano ricordi, tanto indelebili quanto belli, di un’estate del 1988, allorchè 3 giovanotti baldanzosi (io, Totó e Giacomo), accomunati dalla passione per la buona musica (oltre che per la prosperosa Sabrina Salerno), si recavano, in treno, in quel di Palermo per assistere alle esibizioni di artisti monumentali quali Paco De Lucia, Pat Metheny, John McLaughlin, Mahavishnu Orchestra.
Erano gli anni del liceo (“gli anni più belli” direbbe Muccino), anni in cui, con i sopracitati individui, più altri farabutti (di cui non farò i nomi, per motivi di sicurezza, ma soltanto i cognomi: Grisafulli, Cosentino, Bonfissuto, loro erano i più scalmanati, ma la lista è corposa) si preferiva passare piu tempo ad ascoltare musica anziché sui libri. Me lo ripeteva sempre la Cetty: “sta attentu cu ccu ti iunci”.
L’acquisto di un 33giri era motivo di emozione a tratti sommo gaudio, era un evento che andava condiviso con gli amici, i vinili venivano ascoltati, riascoltati, letteralmente spolpati, finché non ne coglievi la totale essenza, ed infine duplicati su musicassetta.
Il vinile è tuttora un supporto tangibile, lo compri perché lo desideri. A differenza della musica “liquida” (termine caro a Baumann), rappresentata dai milioni di brani che affollano Spotify e che “skippiamo” dopo pochi secondi di ascolto, il vinile ti lega all’ascolto serio, concentrato, il vinile offre un’interpretazione unica della musica; ruvida per certi aspetti, imperfetta, ma estremamente affascinante. Durante l’ascolto di un LP, in gruppo, regnava un religioso silenzio, il contatto con la musica era ravvicinato e rispettoso. La custodia tra le mani, che leggevi e rileggevi per carpirne i più intimi segreti.
Negli anni successivi, dopo il conseguimento della maturità classica (che fu un travagliu di pazzi), la frequenza, con i suddetti amici, si è andata diradando col passare delle stagioni, a causa delle diverse strade intraprese (tutte tranne la via dell’aceto), ma l’affetto è rimasto immutato. Prova ne sia che, nel momento in cui entrai nell’abitacolo del mezzo semovente, iniziammo a sghignazzare ed a conversare di musica come un tempo.
Ho accettato di buon grado l’invito, solo previa garanzia del consumo in loco di almeno un panino ‘ca meusa (e non medusa, come ebbe a dire tempo fa uno scienziato).
Non voglio soffermarmi sull’incredibile qualità ed eleganza del concerto, ma sulla piacevole gita e sugli amici meravigliosi, con cui ho condiviso la stessa, si. Ho capito che l’amicizia non è data solo dalla frequenza quotidiana, le amicizie vere, quelle storiche non finiscono mai, possono passare decenni senza vedersi, ma l’affetto rimane sempre immutato.
Grazie “amichi” per avermi dato la possibilità di “rivivervi”,
P.S.: Ad un certo punto, durante il tragitto, pongo tale quesito, così a freddo: “picciù ma avete visto Sabrina Salerno a Sanremo?” Attimi di assoluto silenzio, il ghiaccio viene “frantumato” da Matteo con il suo fare serafico:”si Alfonso, ritengo che sia alquanto migliorata” “migliorata?” Ribatte Totó “ma è ancora più bona di trent’anni fa” e, per 10 minuti abbondanti, ci siamo lasciati andare a commenti e paragoni, non riportabili, sullo stato di conservazione del nostro idolo degli anni ‘80 (ovviamente non del tutto apprezzata per le doti canore) che tanta cecità ebbe a provocare in gioventù. Dopo questa breve digressione, siamo tornati immediatamente a parlare di Led Zeppelin, Pink Floyd ecc…state tranquilli.