È stato presentato al CosmoBike Show di Verona il Giro-E 2020, unico evento a tappe al mondo riservato alle bici a pedalata assistita. Una e-bike experience che si svolge sulle strade del Giro d’Italia nei giorni del Giro d’Italia e offre ai partecipanti le emozioni della Corsa Rosa: il foglio firma alla partenza, il pubblico ai lati delle strade, la conquista di una delle sette maglie in palio, la premiazione sul podio dei campioni, una hospitality riservata all’arrivo. Oltre alla straordinaria opportunità di pedalare accanto a leggende del ciclismo come Gianni Bugno o Fabiana Luperini, a campioni di altri sport o manager appassionati di ciclismo.
Il format, creato da RCS Sport, già organizzatore del Giro d’Italia, giunge quest’anno alla seconda edizione, dopo la numero zero del 2018. Un’idea che ha fatto da traino a un movimento, quelle delle e-road, che allora non esisteva: dall’unico marchio di bici per un gruppo limitato a venti ciclisti del primo anno, si è passati ai sei marchi e gli oltre 500 ciclisti coinvolti del 2019. “Una crescita vertiginosa che ci riempie d’orgoglio e va di pari passo con l’esplosione del mercato delle e-bike”, commenta Paolo Bellino, amministratore delegato e Direttore Generale di RCS Sport. Che continua: “Il segreto? È un’esperienza unica perché si può vivere il Giro dall’interno, oltre a poter scoprire la bellezza del nostro Paese”. Merito delle bici a pedalata assistita, che consentono a tutti di superare salite mozzafiato e rendono il Giro-E un banco di prova eccezionale per i costruttori di motori, batterie e telai.
L’edizione 2020 vanta molte novità. Crescerà il numero dei team coinvolti (l’anno scorso erano dieci, composti ognuno da cinque ciclisti più il capitano, a formare un “gruppo” di 60 ciclisti), diminuirà la lunghezza delle tappe (compresa tra i 65 e i 110 chilometri), si disputeranno anche le cronometro (che sono due su un totale di 18 tappe), ci saranno una maggiore attenzione all’efficienza energetica dei team (premiata con una maglia ad hoc) e città di partenza dedicate. Dall’Etna al Sestriere, sarà una vera e propria immersione nel mondo Giro, grazie alla possibilità di transitare sul percorso e al traguardo poco prima dei professionisti.
Partenza il 12 maggio a Caltanissetta, in concomitanza con la quarta tappa del Giro d’Italia, e conclusione a Milano in piazza Duomo il 31 maggio. In mezzo tanta strada, bici, emozioni e, appunto, salite. Come quelle, iconiche, che conducono al Colle dell’Agnello o ai 2758 metri del Passo dello Stelvio, Cima Coppi 2020, ovvero la vetta più alta della Corsa Rosa. Che i partecipanti del Giro-E, nonostante l’ausilio del motore, dovranno comunque guadagnarsi, perché non è mai la bici che ti porta in cima alla salita, ma le gambe e i sogni di chi pedala.
DICHIARAZIONI
Roberto Salvador, Direttore del Giro-E ha dichiarato: “Giunto al suo terzo anno il Giro-E sta trovando una sua collocazione e una sua autonomia all’interno del Giro d’Italia. Stiamo mettendo in campo un grande sforzo organizzativo che sono convinto darà i suoi frutti nel mese di maggio. L’edizione 2020 proporrà alcune importanti novità: tutte le partenze, tranne la tappa conclusiva, saranno diverse da quelle del Giro d’Italia e coinvolgeranno nuove città mentre gli arrivi saranno gli stessi della corsa dei professionisti; un’altra novità le tappe a cronometro, inoltre aumenteremo il numero dei team coinvolti e introdurremo nuove maglie tra cui la “Maglia Verde Efficienza Energetica”. Partenza il 12 maggio a Caltanissetta, in concomitanza con la quarta tappa del Giro d’Italia, e conclusione a Milano in piazza Duomo il 31 maggio. In mezzo tanta strada, bici ed emozioni”.
Al Giro-E sarà presente anche il Team Durango formato da ex piloti di auto e moto. Ecco cosa hanno dichiarato Jarno Trulli, Marco “Macio” Melandri e Thomas Biagi.
Jarno Trulli: “Ho sempre avuto una passione per la bici e mi sono sempre divertito. Voglio ringraziare Ivone Pinton e Rödl & Partner per questa bella iniziativa che porterà il nostro team sulle strade del Giro-E. Vorrei fare la tappa di casa, quella abruzzese, visto che sono di Pescara. In generale mi piace molto anche l’aspetto green del Giro-E, un evento votato al futuro”.
Marco Melandri: “Andando in bici ho scoperto una nuova dimensione e mi diverto moltissimo. Quest’anno al Giro-E vorrei fare più di una tappa, non solo quella che arriva a Madonna di Campiglio che è la mia zona di adozione”.
Thomas Biagi “Sono bolognese e andavo spesso in bici sui colli intorno a Bologna. Per me è un’opportunità per risalire in sella dopo qualche anno in cui ho pedalato poco. Essendo un pilota di gare endurance, sulla lunga durata, trovo queste tappe del Giro-E molto simili a corse come la 24 Ore di Le Mans in cui bisogna saper gestire bene le energie del pilota come quelle del mezzo”.
Fabiana Luperini, vincitrice di cinque edizioni del Giro d’Italia e tre Tour de France: “È una bellissima iniziativa perché permette a persone comuni di partecipare al Giro d’Italia. Affronti le salite dei campioni, percorsi che senza l’assistenza del motore sarebbero impossibili. Tagliare il traguardo dei professionisti è un’emozione unica. Tornare vent’anni dopo sulle strade che mi hanno vista protagonista è stata rivivere un sogno”.
Mara Santangelo, prima tennista italiana a conquistare un torneo del Grande Slam nel doppio: “La bici è stata uno dei miei grandi amori giovanili. E anche uno dei pochi sport che praticavo come allenamento quando giocavo a tennis. Ce l’ho nel cuore. L’anno scorso ho fatto due tappe del Giro-E. Ho vissuto delle emozioni incredibili, che non avevo mai provato. Prima di tutto il percorso: lo scenario è meraviglioso. Poi il pubblico del Giro, che è incredibile. Comunque per arrivare a Passo Rolle la fatica si è fatta sentire. Le bici sono assistite, ma la fatica si fa lo stesso”.