CALTANISSETTA – La storia giudiziaria di Caltanissetta narra di processi su tante morti eroiche di servitori dello Stato legate da un comune filo rosso. Morti confermative del tentativo della mafia di accreditarsi come contropotere dello Stato capace di eliminare tutti gli ostacoli che si frappongono ad un’espansione mirata all’infiltrazione negli apparati istituzionali, oggi, anche attraverso il torbido connubio corruzione e criminalita’ organizzata. E’ una lunga scia di sangue quella che ha impegnato la giurisdizione nissena ed e’ qui a Caltanissetta che e’ stato celebrato il primo processo Chinnici e i processi sulle stragi Falcone e Borsellino”. Lo ha detto la presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Maria Grazia Vagliasindi nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Siamo in presenza – ha aggiunto – di una criminalita’ organizzata che ha cambiato volto e che imperversa dominando mercati e attuando espansioni internazionali di inquietante invasivita’. In questo scenario la dormienza di azioni omicidiarie eclatanti e’ spia di un consolidamento allarmante dei poteri mafiosi sempre piu’ temibile per l’infiltrazione delle mafie nel tessuto socio – economico e all’interno degli apparati istituzionali”. Stidda e Cosa nostra (quest’ultima suddivisa nei mandamenti di Mussomeli, Vallelunga Pratameno, Gela e Riesi) “continuano a rispettare un subdolo patto di non belligeranza in un’ottica di cointeressenze illecite comuni, attuate imponendo estorsioni, sfruttando i profitti dell’usura e del traffico degli stupefacenti e accaparrandosi i settori di mercato piu’ redditizi attraverso l’affidamento di appalti e subappalti. Non si puo’ combattere la criminalita’ organizzata, che non e’ piu’ solo siciliana, se non la si attacca su tutti i piani colpendo soprattutto il cuore degli imperi finanziari, se non se ne taglia ogni tentacolo, se non si identifica soprattutto la rete dei sostenitori, facilitatori (broker e consulenti finanziari) che ne consentono la proliferazione e la sopravvivenza”. Il tema allora diventa quello della prevenzione e della prevenzione tempestiva, del controllo preventivo dei flussi di denaro soprattutto quello veicolato dalle imprese illegali che penetrano nei mercati e si accaparrano sia gli appalti pubblici che quelli privati, di “una investigazione intelligente capace di scongiurare distrazioni imperdonabili o peggio defaillance investigative inaccettabili”. (