Il coraggio di ammettere gli errori: dote rara nella società contemporanea

CALTANISSETTA – Stanotte riflettevo sul fatto che noi cittadini delle volte siamo un po’ stupidi. Litighiamo, nel senso buono della parola ma talvolta anche non tanto buono, per difendere le nostre idee politiche e le cose in cui crediamo fermamente. Fin quando litighiamo per difendere le nostre idee, i nostri principi o ideali, lo trovo giusto e sacrosanto, ma quando difendiamo le persone che le portano avanti, accettando e non riconoscendo anche i loro errori, rischiamo di scadere nel ridicolo e di essere additati come coloro che non hanno un loro metro di giudizio e che si lasciano trascinare da altri…insomma se poi ci definiscono “pecore” non dobbiamo arrabbiarci più di tanto.

Ciò dipende sicuramente da tanti fattori, capacità, carattere, cultura, libertà di pensiero..etc etc Rientra in questo riconoscere gli errori dei nostri “leader” quello che molti “studiati” amano definire “onestà intellettuale”. Nella società attuale infatti, ci stiamo abituando, purtroppo a giustificare tutto ciò che ci appartiene, non solo le nostre idee e comportamenti, ma anche quelli delle persone che ci circondano e a cui teniamo, siano amici, parenti o referenti nel mondo del lavoro o nella politica. Spesso l’ammettere un errore nostro o di altri, a noi cari, non ci sminuisce come persone, ma anzi ci da la giusta misura di quello che siamo. Ma si sa non tutti siamo così, non tutti abbiamo il coraggio di guardarci allo specchio e vederci per quello che realmente siamo, non tutti abbiamo il coraggio di dire in faccia, chiaramente con i dovuti modi, che una persona ha sbagliato o sta sbagliando.

Tutto questo avviene giornalmente al lavoro, a una cena con amici e conoscenti, in riunioni politiche etc…Riconoscere un proprio o altrui errore o il semplice ammettere di non sapere di cosa si stia parlando, o peggio ancora dichiarare di aver cambiato idea su una tal cosa o una tal persona, ammettendo di essersi sbagliati, è cosa molto rara.

“So di non sapere” diceva Socrate…ma noi spesso questa frase non la riconosciamo né per noi, né per in nostri “cari”. Dico ciò perchè se difendessimo solo le idee, cosa giustissima, non potremmo accettare determinati comportamenti di chi le idee condivise le porta avanti in maniera sbagliata con atteggiamenti che se fossero fatti dalla parte avversa, sarebbero fermamente criticati e condannati. Cerchiamo tutti di essere onesti e riconoscere gli errori nostri e soprattutto dei nostri cari, anche politici, errori che se non riconosciuti e corretti ricadono, nel caso di politici, sull’intera collettività. Dare ad esempio del mafioso ad un politico che è stato condannato per mafia, non è mancanza di rispetto, dare del ladro ad un politico che è stato condannato per tangenti o altro, non è mancanza di rispetto, dare dell’evasore o imbroglione a che è stato condannato per evasione o truffa, non è mancanza di rispetto, dare dello stupido a chi usa i citofoni per farsi propaganda, non è mancanza di rispetto, dare dell’incapace ad un politico/amministratore che non sa affrontare e risolvere problematiche sul territorio non è mancanza di rispetto….insomma contraddire, criticare quelle persone, siano essi amici, conoscenti, referenti o persone in cui crediamo e che magari ci siamo impegnati per far eleggere, non è cosa negativa o pentimento, ma probabilmente deve esser visto come un voler scuotere quelle persone e correggere, se sono in grado, il loro modo di agire. Se invece continuiamo a dire “bravo bene bis”, facciamo un danno non solo a tutti noi, ma soprattutto a loro..perchè, convinti di star facendo bene andranno, prima o poi, a sbattere contro un muro. Ma per far ciò bisogna, oltre a possedere una propria intelligenza e un proprio carattere, non bisogna avere catene ma soprattutto avere la cosa più bella al mondo la LIBERTA’, vista sotto tutti gli aspetti, che ci consente di guardarci allo specchio senza timore ed anche di poter dire liberamente a chiunque, come la pensiamo ed in cosa, dal nostro punto di vista, sta sbagliando….

Purtroppo non è da tutti, alcune volte è stata colpa nostra, che ci siamo e ci vendiamo per un favore o per necessità, ma anche per colpa di una classe politica che in questi anni ci ha reso schiavi dandoci nostri diritti “elargendoceli” sotto forma di favori, togliendoci appunto la libertà di replica. Spero che un giorno, ma non troppo lontano, sapremo affrancarci da questa sudditanza e vedere finalmente persone che contrastano i loro leader e che, per il bene comune, sappiano condividere idee e progetti dell’avversario di turno, idee e progetti rifiutati, anche se condivisi, per il sol fatto che a proporli è stato “l’avversario”.

Ad Maiora

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