Un sistema ”perverso e tentacolare”, ”creato e gestito” da Silvana Saguto, l’ex Presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, nel frattempo radiata dalla magistratura, che ”ha sfruttato e mortificato il suo ruolo di magistrato”. Ma ”è sbagliato parlare di processo all’antimafia”. Inizia con queste dure parole la requisitoria fiume del pm Maurizio Bonaccorso, che con la collega Claudia Pasciuti rappresenta l’accusa nel processo a carico dell’ex giudice Silvana Saguto, accusata di corruzione, alla sbarra con altri 14 imputati, tra magistrati, avvocati, persino un ex prefetto. Una requisitoria che durerà fino a fine mese quando saranno avanzate le richieste di pena ”che saranno molto elevate”, come annuncia il magistrato. Ma non finisce qui. Perché è lo stesso pm ad annunciare che alla fine della requisitoria chiederà al Tribunale la trasmissione degli atti alla Procura per ”numerosi testimoni che in aula hanno detto il falso” e parla di ”magistrati, ex prefetti e avvocati”, senza però fare i loro nomi.
Sono complessivamente quindici gli imputati nel processo di Caltanissetta. Oltre a Silvana Saguto, sono alla sbarra anche il padre, Vittorio Saguto, il marito Lorenzo Caramma e il figlio Emanuele, oggi entrambi presenti in aula, gli amministratori giudiziari Gaetano Cappellano Seminara, Walter Virga, Aulo Gigante e Nicola Santangelo. E, ancora, il colonnello della Dia Rosolino Nasca, i docenti universitari Roberto Di Maria e Carmelo Provenzano, la moglie e la collaboratrice di Provenzano, Maria Ingrao e Calogera Manta, l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, l’ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte. L’altro giudice del collegio, Fabio Licata, è stato giudicato con l’abbreviato e condannato. Nel corso della requisitoria, iniziata con molto ritardo a causa di una richiesta della parte civile che rappresenta i costruttori Rappa, il Pm Bonaccorso ha sottolineato con forza che ”Venti anni fa la magistratura italiana era ancora considerata unico baluardo in un paese dominato dalla corruzione e flagellato dalle consorterie mafiose”. E aggiunge subito dopo: ”Oggi non è più così e dobbiamo dire ‘grazie’ a quei magistrati che sono imputati in questo processo, dobbiamo dire ‘grazie’ a quei magistrati che sono indagati attualmente dalla Procura di Perugia, dobbiamo dire ‘grazie’ ai magistrati che sono stati coinvolti dall’indagine sul Palermo calcio”.(di Elvira Terranova, fonte Adnkronos”