CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Cosa dire, ancora, dell’antenna Rai sulla collina Sant’Anna e dell’ipotesi di parco urbano da realizzare insieme al museo della radio-comunicazione? Potremmo forse dire che il “vincolo” dà senso alle possibilità, ma le possibilità vanno “sostanziate” attraverso una chiara programmazione, attraverso un progetto. Come ha sapientemente affermato di recente l’architetto Andrea Milazzo “… non si può puntare soltanto sul contenzioso con Rai Way per evitare l’abbattimento del traliccio. Serve piuttosto un progetto per reperire i finanziamenti e costruire un percorso sostenibile che sgravi la Rai da ciò che per la società è soltanto un costo e al contempo liberi le potenzialità del bene in favore dei cittadini in chiave culturale e turistica”.
L’unica vera novità di questi giorni, comunque, è che Rai Way, nel mese di dicembre 2019, ha presentato, al Comune di Caltanissetta, una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) legata alla demolizione dell’antenna modulare metallica alta 286 metri. “Per motivi di sicurezza”, sarebbe stato scritto nell’apposita relazione tecnica.
“Le soluzioni – aggiunge Andrea Milazzo – sono quelle che avevamo proposto a suo tempo. Avevamo individuato una linea di azione di tutela del bene e un’altra parallela di valorizzazione del manufatto come museo della radiocomunicazione e parco naturalistico. I due interventi dovevano andare di pari passo. Veniva contemplato l’acquisto da parte del Comune con mutuo quinquennale o attraverso altri strumenti finanziari. Faccio riferimento anche ad Agenda Urbana che su questo progetto non ha avuto la minima attenzione da parte della passata amministrazione. E’ mancata la volontà politica di programmare la seconda tipologia di azioni. La sensazione è che oggi si stia portando avanti solo la linea del vincolo e della protezione, che si scontrano con le prerogative del proprietario del manufatto ed ecco che nasce il contenzioso. Se la politica intende realizzare un parco così com’è stato approvato nella variante, bisogna dotare il progetto di gambe per camminare. Vanno reperite le risorse finanziare, attivati gli atti esecutivi e sgravata la Rai da ciò che per la società è un costo. Così sarebbe una risorsa per la città che le permetterebbe di risalire le classifiche. Perché parliamo di un parco urbano di 12 ettari e un museo della radiocomunicazione. Viceversa si attiverà solamente uno sterile contenzioso dove terremo un manufatto inutilizzato che ci compiacerà ma poco darà ai cittadini in termini di fruizione e sviluppo turistico”.
In diverse occasioni, anche noi di Italia Nostra, insieme al Comitato Parco Antenna Sant’Anna, durante la sindacatura di Giovanni Ruvolo, abbiamo evidenziato l’opportunità di fare riferimento ad Agenda Urbana ma, evidentemente, non siamo stati ascoltati. Così come si potrebbe fare ricorso ad altri strumenti finanziari come la programmazione europea e il Po-Fesr 2014/2020. Ovviamente, tutto questo è legato alla capacità e alla volontà politica e amministrativa dell’attuale amministrazione comunale. Insomma: bisogna andare oltre le buone e generiche intenzioni e, cogliendo l’occasione del nuovo piano urbanistico della città, decidere – in tempi brevi – cosa fare di questo luogo e di queste strutture. E agire di conseguenza. E d’altronde, le crisi si superano andando ben al di là degli asfittici orizzonti dell’“ordinario”.
Leandro Janni – Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia