SERRADIFALCO – (Dalla Scuola) In occasione del settantacinquesimo anniversario dell’apertura dei cancelli del campo polacco di Auschwitz, il 27 gennaio l’Istituto Comprensivo Statale “F. Puglisi” di Serradifalco -comprendenti le sedi di Serradifalco, Milena e Montedoro-, diretto dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Valeria Vella, ha rinnovato le attività di sensibilizzazione dei ragazzi, volte, da un lato, a commemorare tutte le vittime del nazifascismo, dall’altro, a riflettere sul popolo ebraico e sulla barbarie del fascismo e del nazismo, esigenza pressante in un’epoca come la nostra contrassegnata da rigurgiti di intolleranza nei confronti di ogni diversità . L’iniziativa, che ha coinvolto tutti gli alunni della scuola secondaria di primo grado, si è declinata, nelle singole sedi e classi, in prassi di studio calibrato afferente al popolo ebraico e alle condizioni disumane, cui milioni di bambini furono sottoposti a causa delle leggi razziali di Mussolini e di Hitler. Le classi prime della Scuola Secondaria di 1^ grado “L. Pirandello” di Milena e tutte le classi della Scuola Secondaria di 1^ grado “L. Pirandello” di Montedoro, hanno visitato la sinagoga di Palermo, accompagnati dai professori Giovanni Schillaci, Giovanni Buscemi, Carmen Magro Malosso, Delfina Scozzaro, Francesca Di Pasquale, Valeria Arnone e Franca Taibi. Presso il luogo di culto ebraico, ospitato nell’ex oratorio Santa Maria del Sabato e concesso in “comodato d’uso gratuito” alla comunità ebraica dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, un membro della comunità israelitica palermitana, Massimiliano Mazzola, ha spiegato i segni della religione ebraica (Sefarim, il Menorah, il Mezuzzah, il Shōfār, i Tefillin, la Kippah, il Tallèd, la Hanukkiah) e la storia di questa comunità siciliana: fino al 1492 esisteva infatti a Palermo una folta e attiva comunità ebraica. Abitavano, fin dal X secolo, il quartiere arabo della moschea di Ibn Siglab che era suddiviso in due rioni: la Meschita e la Guzzetta, costituiti da alti edifici, a più piani, situati lungo il corso del torrente Kemonia. Si accedeva al quartiere degli ebrei attraverso la porta di Ferro, o porta Judaica, comunicante con il Cassaro. Gli alunni milocchesi e montedoresi, hanno così appreso che la giudecca palermitana del XV secolo era composta da abitazioni che avevano due caratteristiche particolari: lo sviluppo in altezza, per aggiunte successive di piani, e la “gheniza”, in pratica un’incavatura nella porta d’ingresso, all’altezza dello stipite, in cui si conservava un piccolo rotolo con un passo della Bibbia. Nella realtà è improprio pensare che gli ebrei erano stati confinati o ghettizzati in questi quartieri. Alla Moschitta e alla Guzzetta vivevano anche cristiani e musulmani e alcuni ebrei abitavano e svolgevano la propria attività in altri quartieri. Il quartiere ebraico di Palermo, aveva anche giardini, botteghe, un macello e bagni di purificazione per le donne. Dalla storia degli ebrei palermitani si è giunti al decreto di espulsione degli ebrei, firmato dai sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella nel 1492, fino a pervenire alla storia recente dell’Olocausto. L’attività didattica si è conclusa con la visita della Palermo ebraica, con gli antichi quartieri ebraici della Guzzetta e della Meschita, dove sorgeva l’antica sinagoga e dove sono riscontrabili ancora oggi alcune caratteristiche strutturali dell’edilizia ebraica, tra cui i passaggi ad arco e i bagni rituali. Le classi della scuola secondaria di 1^ gradi della sede di Serradifalco hanno invece letto e contemplato il diario integrale di Anna Frank, la cui lettura ha trovato compimento e naturale finalizzazione nella partecipazione di tutti i ragazzi e dei loro insegnanti alla proiezione del film-documentario di nuova uscita su Anna Frank, dal titolo ANNA FRANK. VITE PARALLELE, proiezione che si è tenuta al Supercinema di Caltanissetta. Alla proiezione hanno assistito anche alcune classi di Milena e Montedoro dell’Istituto comprensivo. Il film ha trovato nei ragazzi un pubblico ideale, poiché aveva per protagonista un’adolescente, che, avendo letto il diario di Anna Frank, percorre a ritroso un viaggio della memoria, che la porterà dal campo di Bergen Belsen, in Germania, dove Anna Frank e la sorella Margot trovarono la morte, al campo di transito di Westerbork in Olanda, dove in un primo momento la famiglia Frank fu trasferita e, infine, alla casa-alloggio di via Prisengracht ad Amsterdam, dove la famiglia Frank si rifugiò per sfuggire all’internamento nei campi e visse da reclusa, insieme ad altri coinquilini, dal 1942 al 1944, fino a quando le S.S. di Hitler non ne scoprirono l’esistenza e vi fecero irruzione, arrestandone gli occupanti. Inoltre, nel film, hanno trovato voce e presenza alcune testimoni dirette della Shoah italiane, francesi e polacche, che, come la senatrice Liliana Segre, hanno evidenziato che la lezione della Shoah è una lezione perenne da trasmettere alle nuove generazioni, perché l’uomo non ha smesso di odiare e segue facilmente il cattivo esempio di coloro che compiono il male, perché ” fare il male è banale, come diceva Hannah Arendt, mentre fare il bene richiede intelligenza”.